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HeroQuest, un gioco senza tempo

Quando si parla di giochi da tavolo fantasy, esplorazione e combattimento, miniature ed elementi d’arredo, c’è solo un titolo che mi viene in mente: HeroQuest.

Vediamone le caratteristiche, ripercorriamone la storia e spieghiamo perché sia ancora un gioco godibile!

HeroQuest: la storia di una pietra miliare

HeroQuest è un gioco della Milton Bradley, creato da Stephen Baker nel lontano 1989, riconosciuto come il capostipite del genere Dungeon Crawler.

Possiamo definirlo come il primo tentativo di trasportare un gioco di ruolo fantasy (ambientato nell’Old World di Warhammer) in un gioco da tavolo, con un Master che racconta la storia e guida, da dietro lo schermo, orde di mostri contro gli eroi scesi nel dungeon per combattere l’avanzata del Chaos.

Era all’incirca il 1990 quando mio cugino mi telefonò comunicandomi l’acquisto di una copia come regalo dai suoi genitori. Una sensazione mista di felicità ed invidia mi invase e rimase sopita in me fino ad un pomeriggio del 2007, quando un corriere mi portò un pacco contenente il gioco base, la Rocca di Kellar ed il Ritorno del Signore degli Stregoni, le sue prime due espansioni.

Sembra assurdo ma, anche dopo trent’anni, HeroQuest è uno di quei giochi che puoi intavolare con una banda di ragazzini in età preadolescenziale o con trentenni ed avrai comunque il medesimo risultato: divertimento ed immersione. Questo perché HeroQuest non è solo un gioco, ma un viaggio lungo e tortuoso tra Pozioni Magiche, Tesori nascosti, Potenti Incantesimi e Avversari agguerriti.

Nel corso degli anni il classico gioco di Baker è stato fonte d’ispirazione per molti altri prodotti ludici. I Dungeon Crawler stanno vivendo un nuovo periodo d’oro dopo le uscite di giochi come Descent, Dungeon Saga, Sword & Sorcery, Gloomhaven e molti altri. Tuttavia, dopo averne comprati o provati alcuni, mi sento di dire che nessuno ancora è riuscito a strappare al vecchio antenato il suo scettro.

Ma perché?

Perché HeroQuest è ancora insuperato?

Nonostante il panorama ludico sia in continua evoluzione, come può un boardgame progettato alla fine degli anni Ottanta reggere il confronto con i prodotti attuali?

Come è possibile che un gioco vecchio, con meccaniche obsolete e disegni esageratamente “old school”, fuori produzione dai primi anni ‘90, sia diventato un tale oggetto del desiderio da avere l’ardire di sfidare i progetti su Kickstarter dotati di mirabolanti miniature e computer grafica?

La sua semplicità!

HeroQuest è espandibile all’infinito e può essere giocato da e con chiunque. Ha poche regole semplici e lineari e la possibilità di ampliarle senza sconvolgerne il game play o snaturarne l’ossatura. Soprattutto ha la fortuna di avere una grande storia alle spalle, con un’ambientazione incredibile e, infine, c’è una community mondiale che da anni ormai, inventa, crea, stampa e gioca sempre nuove avventure.

Una di queste comunità è quella dei Rinnegati.net che grazie alla loro passione hanno aiutato questo gioco in ogni modo creando materiale, anche narrativo, per espanderlo. Qui potete trovare il loro sito.

Alcuni suggerimenti personali!

Nelle mie partite ad HeroQuest ho (quasi) sempre fatto il Master, il più delle volte intavolando avventure scritte da me, con regole ampliate, maggior importanza alla caratteristica Punti Mente, nuova gestione delle trappole e così via.

Sebbene io sia un giocatore a 360° che ama molto intavolare i “german”, passando per gli astratti e non disdegnando qualche party game e divertendomi in egual misura sia con i cooperativi che con i competitivi, il mio primo tentativo quando si sta per scegliere un gioco sarà sempre quello di mettere sul tavolo HeroQuest. Perché fa parte del mio bagaglio ludico e culturale, perché è facile da spiegare ed ogni giocatore può comunque interpretarlo a modo suo.

Potrai iniziare e finire in meno di 60 minuti o immergerti a giocare ore ed ore in epiche ricerche in luoghi oscuri.

Non consiglio di acquistarlo, esclusivamente per il costo eccessivo, ma almeno di provarlo, senza fretta di giudicarlo troppo semplice o con troppe lacune nel flusso di gioco. Siete davanti ad un “dinosauro” che va capito, a volte interpretato, ma soprattutto vissuto con il party giusto.

E, ricordate: il Mondo ha bisogno di Eroi!

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