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Bulette: chi l’ha fatta meglio?

In questo articolo confrontiamo le diverse realizzazioni grafiche della Bulette nelle diverse edizioni di Dungeons & Dragons e di Pathfinder. Chi l’avrà fatta meglio?

Prima di tutto, un avviso: questa sarà un articolo semi-serio su come diversi manuali di classici d20system hanno rappresentato uno dei miei mostri preferiti. Stiamo ovviamente parlando delle Bulette. I giudizi qui espressi saranno del tutto personali, anche se saranno mascherati da considerazioni scientifiche. Se a voi una certa Bulette piace, mentre io le do un misero 4 su 10, non c’è problema: son gusti!

Questo articolo potrebbe diventare il primo di una serie? Forse, se ne avrò il tempo. Ma per ora, ci concentreremo su questa meravigliosa creatura fatta di denti e tanto amore per gli halfling e i cavalli. Ah, sì: in italiano, alcuni dicono la Bulette, altri il Bulette. Anche qui, è una questione di gusti. Forse la Cercatrice G ci scriverà su un articolo, come ha fatto con quickstart e hack.

Dopo una breve introduzione su cosa siano le Bulette, presenteremo e giudicheremo le loro rappresentazioni grafiche in diversi manuali di D&D e Pathfinder. Alla fine, potrete trovare alcuni suggerimenti per avventure in cui utilizzare le Bulette.

Cos’è la Bulette?

La Bulette è il mio mostro preferito perché viene chiamata “Squalo di Terra”. E cosa c’è di meglio di uno squalo, se non uno squalo che ti attacca quando sei sulla terraferma? Inoltre, la Bulette si mangia i cavalli (che sono persone orribili) e gli Halfling (che mi stanno antipatici). Quindi, se esiste un aggettivo qualificativo più forte di “preferito” insegnatemelo e lo userò per indicare la Bulette.

Battute a parte, cos’è la Bulette? Ebbene, la Bulette è un mostro nato agli albori di D&D, ossia una feroce creatura magica dalla forma di uno squalo dotato di zampe, frutto di qualche losco esperimento magico. La Bulette si muove sottoterra e risale in superficie per cogliere di sorpresa le proprie prede.

Quando e perché nasce la Bulette?

Come si diceva, la Bulette nasce come mostro per la prima edizione di D&D, nel 1976. Più precisamente, è stata mostrata per la prima volta nella rivista Dragon, e la sua creazione riporta la firma di Tim Kask. Per saperne di più sulle sue origini, consiglio la visione di questa pagina. Il suo aspetto particolare è dovuto al modo in cui venivano creati i mostri dell’epoca. Infatti, quando Gary Gigax e Dave Arneson iniziarono a collezionare creature per il loro bestiario presero ispirazione da principalmente tre fonti:

  • La mitologia e il folklore: da qui vengono pegasi, idre, minotauri, gnomi e creature simili;
  • La letteratura fantasy, con Tolkien ovviamente come capofila: orchi, hobbit halfling, ent treant, non morti vari e altre amenità simili;
  • Buste di giocattoli. Sì, di quelle che trovate al mercato con i giochi contraffatti o nei migliori tabaccai.

È a una di queste buste di giocattoli che dobbiamo alcune tra le figure più iconiche (e non registrate per copyright) di D&D, del gioco di ruolo e del fantasy in generale. Sono tali, per esempio, l’orsogufo o il rugginofago, di cui non ce ne sono mai abbastanza. Ovviamente, anche la Bulette è basata su un giocattolo plasticoso trovato in una busta di mostriciattoli misti.

Detto questo, bando alle ciance: vediamo chi ha disegnato meglio la Bulette!

La Bulette originale, in tutta la sua plasticosa bellezza
La Bulette originale, in tutta la sua plasticosa bellezza

L’originale: il giochino di plastica

Beh che dire. Qui nasce il mito.

Ammirate la forma robusta, le placche dermali, la pinna dorsale, il corpo ctonodinamico. Il musetto lungo a becco, gli occhietti espressivi (o vacui, se l’operaio di Hong Kong che l’ha fatta non ci ha messo anche il bianco) e gli arti michelin.

Una creatura pucciosa, quasi un pet da avere nel proprio party piuttosto che una sentenza di morte per i propri cavalli (e halfling).

Voto: 7/10. Perché è molto pucciosa, ma non sa cosa fare della sua vita, glielo si legge in faccia.

La prima Bulette in D&D. Lo vedete lo snack a forma di Halfling sull'albero?
La prima Bulette in D&D. Lo vedete lo snack a forma di Halfling sull’albero?

La Bulette nella prima edizione Dungeons & Dragons

Sostanzialmente l’autore ha messo su carta il giocattolo di plastica e gli ha dato un po’ di mobilità. Dopo tutto, erano gli anni ‘70: i giocatori erano impegnati col satanismo, deviare la gioventù e assumere droghe ascoltando i Led Zeppelin. L’anatomia dei mostri era un fattore secondario!

Possiamo osservare le scaglie/mattoncini sulla schiena regolarmente poste a mo’ di volta a botte, la pinna dorsale che sembra sollevarsi dalla parte rigida della schiena come un pezzo di plastica mal tagliato, i piedi e le braccia disegnate con il minimo impegno. Osservate la malizia negli occhi e l’abbozzato sorriso mentre pregusta lo snack a base di halfling che sta per fare!

Voto: 4/10, per la pigrizia nell’esecuzione. Ma 10/10 per il bullismo sugli halfling!

La temibile Bulette di AD&D
La temibile Bulette di AD&D

La Bulette in Advanced Dungeons & Dragons

Qui la faccenda si fa complicata.

La linea degli Advanced Dungeons & Dragons nasce relativamente presto, nel ‘78 per separarsi definitivamente dalla Basic intorno all’81. Ma è la seconda edizione, del ‘89 quella che ci interessa di più. Siamo nell’età assiale per il mondo nerd: gli anni ‘88-’93 sono stati un lustro ricco di prodotti culturali nerd su tutti i campi (in altri articoli parleremo di questo meglio) ed hanno costruito una grossa fetta dell’immaginario nerd odierno. D&D entra a gamba tesa in questo periodo storico con la sua edizione di AD&D e nel ‘93 pubblica il Monstruos Manual con questa signora illustrazione.

Una Bulette stanca, forse sazia di cavalli e piedi pelosi, che guarda assente il vuoto riflettendo sulla thac0 o sul perché dopo il 18 in forza arrivassero le percentuali. Ma la confusione non è solo nel set di regole: il volto liscio sembra quello di un qualche anfibio preistorico, le placche dermali sembrano disporsi in maniera casuale come detriti rocciosi, le zampe anteriori rivolte all’interno come un bulldog. Unica nota positiva la notevole pinna dorsale, che svetta alta e sembra fatta con una certa consistenza. Immaginatevela mentre emerge tra le spighe di grano in lontananza mentre corre verso di voi.

Voto: 4/10, il design non è consistente e non sembra nemmeno pericolosa.

La Bulette in D&D 3.0
La Bulette in D&D 3.0

La Bulette in Dungeons & Dragons 3.0 e 3.5

Il primo amore non si scorda mai. 

Come molti di quelli che mi stanno leggendo, la terza edizione è stato un caposaldo della mia adolescenza. Infatti, non giocai la 3.5, perché uscì quando avevo appena comprato tutti i manuali della 3.0. Ma torniamo alla nostra amata Bulette. Io la conobbi proprio con questa edizione.

Ammiratela: il carapace metallico, i possenti artigli, la linea della bocca seghettata, i piccoli occhietti incazzati. Per certi versi ricorda un animale che si è messo una corazza, o uno di quei pesci preistorici con le placche ossee. Per non parlare della lunga coda, delle zampe possenti e della postura pronta a scattare! Tutto nell’immagine comunica l’idea di un mostro scavatore veloce e brutale, un predatore da non sottovalutare. Questo è signor design.

Notate inoltre la finezza della linea ctonodinamica e la colorazione che richiamano quella di una pallottola? Un gigantesco proiettile sotterraneo che il master ha puntato sui vostri cavalli (e sui vostri halfling). (Nonché una metafora fallica, per chi ci vede queste cose).

Ammirate il dettaglio del lembo di carne tra la pinna dorsale e la schiena: una piccola vela per la termoregolazione? Un muscolo per sollevare o spingere la pinna in posizione? Queste sono cose che posso dare adito alla speculazione, e con la speculazione ogni master può dare un tocco proprio alla Bulette e così al suo mondo.

Voto: 10/10. She protecc (sè stessa), she attacc (voi) but mostly she scava sottoterra e si mangia gli halfling.

La Bulette nella quarta edizione di D&D
La Bulette nella quarta edizione di D&D

La Bulette nella quarta edizione di Dungeons & Dragons

Era il 2008 e avevo smesso di giocare a D&D, passando ad altri giochi. Non apprezzavo la svolta MMORPG che aveva assunto D&D. Sciocco me, che non avrebbe mai conosciuto un’edizione così bilanciata del gioco. Ma noi non siamo qui per parlare della quarta edizione.

La Bulette della quarta edizione è molto bilanciata. Non possiamo osservarla a figura completa (cosa che solitamente aiuta i master e i giocatori a farsi un’idea di cosa stanno affrontando), ma la vediamo in azione. I cambiamenti sono notevoli rispetto alla terza edizione: la testa è meno pesciosa e più da sauro. Si possono notare le file di denti interne che richiamano l’idea dello squalo. La “pinna dorsale” è una placca che spunta, ma è piatta e larga, e non spezzerebbe il profilo della creatura. Artigli notevoli e paurosi, pronti per sventrare i bilanciati halfling (si potevano giocare col manuale base? Boh) sulla sua strada. Per la prima volta, la bestia ha più di tre dita per arto.

Voto: 8/10. Avrei voluto vederla per intero, i richiami allo squalo di terra sono nei dettagli ma si tratta di un lavoro ben fatto.

La Bulette nella prima edizione di Pathfinder
La Bulette nella prima edizione di Pathfinder

La Bulette in Pathfinder

A new challenger appears!

Appena un anno dopo la quarta edizione, fiutando lo scontento nell’aria, viene prodotto un d20 System per accontentare i giocatori della 3.5 che vogliono continuare a giocare alla 3.5, ma che vogliono anche continuare a spendere un sacco di soldi in manuali. Ma di questo non c’importa nulla, andiamo alle cose importanti: com’è la loro Bulette?

Beh. Innanzitutto è molto grigia. Sì, le Bulette non hanno mai brillato per i colori, ma questa è molto grigia, senza sfumature o pattern. Ci sta per un animale sotterraneo. L’inquadratura frontale non rende giustizia alla linea del cranio (che in altri manuali abbiamo modo di osservare meglio): sembra di avere di fronte più che uno squalo di terra un Protoceratops carnivoro. La pelle ha una bella texture di pieghe e pelle spessa, come una tartaruga sotto steroidi. Le placche dorsali sono grossi scaglioni, con l’amorevole dettagli delle zolle di terra incastrate tra le scaglie. La pinna dorsale è fatta male: ricorda un po’ quella della prima edizione nel suo essere semi conica, ma è raffigurata non in linea con la spina dorsale dell’animale.

Comunque, è molto bella l’idea di raffigurarla frontale, mentre raspa con una zampa in attesa di caricare i vostri halfling.

Voto: 6/10. Belli i dettagli e la posa, ma la pinna è fatta male e sa poco di squalo in definitiva.

La Bulette nella quinta edizione di D&D
La Bulette nella quinta edizione di D&D

La Bulette in Dungeons & Dragons 5e

In tante, troppe cose, D&D 5e è un’operazione nostalgia. Qua e là sparsi molti richiami che celebrano la ormai quarantennale storia del gioco e delle sue numerose edizioni. Tuttavia, il suo successo è innegabile e meritato.

Questa Bulette tuttavia non impressiona. È la stessa del 2000, con i colori un po’ più brillanti e le linee un po’ più pulite. Non ci concedono nemmeno di vederla in tutta la sua interezza: esce dalla terra in una maniera un po’ goffa o, per quello che ne sappiamo, sta cascando in una buca. 

La cosa più strana è la bocca aperta. Questa Bulette non ha denti e non si vede se abbia una lingua o meno. Le fauci superiori e inferiori sembrano essere un becco dal profilo seghettato e con un enorme spazio vuoto nella parte inferiore. Sembra un grosso pappagallo terricolo come di quelli in After Man, e questo apre a una miriade di speculazioni: finora mi ero immaginato le Bulette come esseri simili ai rettili o ai dinosauri. Ora sembrano discendere più dagli uccelli (che sempre dinosauri sono) o magari dai ceratopsidi? Che ci fanno con quel becco? Ci tengono gli halfling presi per rigurgitarli ai pulcini di Bulette?

Voto: 5/10, poca innovazione, solo mezzo animale sulla pagina, ma un mondo di speculazioni criptzoologiche.

La Bulette nella seconda edizione di Pathfinder
La Bulette nella seconda edizione di Pathfinder

La Bulette in Pathfinder 2

Concludiamo questo viaggio con l’ultimo d20 System uscito. Dopo una decina di anni, e incalzata dal successo della quinta edizione di D&D, la Paizo aggiorna il suo prodotto di punta. Ne abbiamo parlato qui e qui. Ma ormai l’abbiamo capito tutti: le edizioni sono solo un trucco per produrre nuovi bestiari. E i bestiari sono solo le scuse per produrre nuove immagine di Bulette.

La Bulette della seconda edizione di Pathfinder delude. Altro che squalo di terra: è un coccodrillo grigio. La dentatura è quella di un coccodrillo, con il lato restrostante della mandibola pigramente disegnato con dei cartooneschi triangoloni. Gli occhietti neri sono minuscoli, ma colmi di cattiveria (probabilmente nei confronti di chi l’ha disegnata). 

La Paizo ha deciso di copiare la Wizard nel non raffigurare la creatura per intero, ma nell’atto di uscire dalla terra. Tuttavia qualcosa nella postura non mi convince: la schiena si piega in maniera strana per far emergere la “pinna”, ormai è improprio chiamarla così, come una scaglia troppo cresciuta. Sembra quasi che la spina dorsale della creatura si pieghi a 45° o che il suo collo sia lungo metà della schiena della povera bestia. Sarei curioso di vedere la postura della creatura a quattro zampe: probabilmente terrà la testa a martello rispetto alla spina dorsale, come la Bulette della precedente edizione.

Ho detto che la creatura esce dal suolo, ma non irrompe come la feroce creatura della quarta edizione o goffamente come la sua rivale di quinta. Esce cauta, appoggiando una zampa al suolo e sollevando l’altra con l’aria schifata di chi ha appena squashato un halfling e si trova le sue (sei?) dita insozzate di interiora e cleptomania.

Voto: 5/10. Poco squalo, poco aggressiva, poco ctonodinamica.

Contenuto bonus: alcune idee per le vostre sessioni di gioco di ruolo

Arrivati alla fine dell’articolo, ecco un po’ di spunti per utilizzare la Bulette nelle vostre avventure.

  • Mascelle. Un una cittadina agricola ci sono tensioni tra gli halfling nomadi recentemente arrivati e gli abitanti. Improvvisamente, infatti, gli halfling iniziano a sparire, e lo stesso fanno i cavalli dai pregiati allevamenti nel contado. Gli allevatori accusano i tappetti di abigeato; gli halfling li accusano di rapire alcuni di loro per rivenderli come schiavi chissà dove. Gli avventurieri devono indagare sulle sparizioni ed evitare che le tensioni sfocino nella violenza, che abili demagoghi sfruttano a dovere. Ovviamente cavalli e halfling scompaiono a causa di un’astuta e golosa Bulette.
  • Quattrocento pinne all’orizzonte. La Druida Arlana ha provato ad avvisare l’esploratore imperiale Wilmut Gambeforti che, per quanto redditizio, non è saggio fondare il proprio ranch lungo il percorso di migrazione dei cavalli selvaggi. Infatti, come viaggiano in branco i cavalli, così viaggiano in branco le bulette! Sono uno spettacolo da vedere, ma il ranch di Wilmut è sul percorso. I PG sono incaricati da Arlana di trovare una soluzione che riduca i danni al minimo per tutti, e il tempo stringe.
  • Scossoni. L’Halfling ladro del gruppo ha ovviamente rubato l’ennesimo oggetto prezioso incustodito. Peccato che ora lui sia stato maledetto dal legittimo proprietario e non possa mettere piede a terra senza che dal suolo emerga una Bulette con l’intento di mangiarselo! In una personale (e comica) versione di Tremors, il party deve aiutare l’halfling a togliersi la maledizione. Preparatevi a visitare biblioteche, palazzi e taverne con Bulette che sbucano dal pavimento!
  • L’ultimo miglio. Per inaugurare il suo regno, un monarca appena assunto decide che sarà compiuto l’antico sacrificio del cavallo. I giovani più promettenti della regione (che guardacaso sono i membri del party) dovranno scortare il miglior cavallo dalle stalle reali all’antico tempio oltre la foresta, la palude e la sterminata pianura. Dopo essersi presi cura del cavallo, aver sventato furti, sconfitto uccelli stigei e altre odiose creature, lungo l’ultimo miglio di percorso in aperta pianura i personaggi dovranno condurre in salvo l’animale, evitando che sia intercettato e divorato da una pericolosa Bulette. Se la sentiranno poi, dopo tutte queste fatiche, di far sacrificare il cavallo?

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