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Sul nuovo annuncio riguardante il canon di D&D 5E

Sì, ogni tanto ci capita di parlare di ciò che succede in quella tana del Bianconiglio che è D&D5E. E, visto che l’abbiamo nominato, ci poniamo verso D&D con lo stesso interesse introspettivo che Lewis Carroll ne fa nelle sue opere: partiamo a parlare di ciò che succede, analizziamo il perché accade e traiamo delle conclusioni. Cosa sta succedendo al canon di D&D?

Ok, per chi non ritenesse di estremo interesse tirare dadi da venti in faccia ad una miniatura di un drago (opportunamente sostituita da un astuccio in verticale) ultimamente il mondo di D&D sta subendo alcuni scossoni. Ovviamente a far partire questi colpi di reni è proprio la cancel culture nella sua immane potenza di fuoco; condita da poderose dosi di politically correct e tanta, tantissima lobby LGBT. Ovviamente si scherza.

Dal momento, però, che alcune persone sono effettivamente convinte che siano le tre citate organizzazioni a voler il cambiamento di D&D, cerchiamo di spiegare meglio perché secondo noi si tratta dell’ennesimo falso nemico. Con la speranza che chi di dovere legga l’articolo, ovviamente.

L’annuncio della “Wizard” riguardante ciò che è canonico in D&D 5E

Jeremy Crawford, leader designer di D&D 5E, ha curato molti annunci riguardanti la famosa edizione di D&D. Dal suo profilo Twitter risponde alle dubbi sulle regole, sulle ambientazioni (quando riesce) e fornisce qualche spoiler sul futuro del gioco. Alla puntata di D&D Live del 17 Luglio, però, ha “annunciato” un cambiamento importante.

For many years, we in the Dungeons & Dragons RPG studio have considered things like D&D novels, D&D video games, D&D comic books, as wonderful expressions of D&D storytelling and D&D lore, but they are not canonical for the D&D roleplaying game. Part of that is we don’t want DMs to feel that in order to run the game, they need to read a certain set of novels. We want you to read them for the joy of reading them, but not as homework.

Il messaggio originale di Jeremy Crawford

In sostanza (per i non anglofoni) Jeremy Crawford ha annunciato che alla Wizard ritengono tutto il materiale uscito nei fumetti, nei videogame e nei romanzi come roba non canonica; in sostanza non ufficiale per la casa madre, prodotti fatti da professionisti non ufficializzati per i fan. Ovviamente l’annuncio ha fin da subito sollevato una grossissima marea di commenti, dagli increduli ai furiosi; molti prodotti annunciati come scomunicati fanno parte dell’immaginario di D&D stesso; pensiamo semplicemente a Neverwinter e Drizzt e a quanti fan abbiano portato questi nel mondo di D&D.

J. Crawford, Lead Designer di D&D 5E
J. Crawford, Lead Designer di D&D 5E

Il chiarimento di Chris Perkins alla richiesta di spiegazione

Ovviamente la massa di commenti ha mosso qualcosa all’interno della Wizard, che è dovuta correre a dare spiegazioni (per calmare le acque o per mettere la toppa ad un buco troppo vistoso). A farlo è stato Chris Perkins, uno dei game designer di D&D 5E. In questo annuncio, Perkins chiarisce il motivo che ha portato Jeremy Crawford (e, di contro, tutta la casa) a non considerare canonici i prodotti sopracitati.

Qui trovate l’articolo completo; volendo estrapolare frasi da un discorso più ampio, il motivo scatenante le affermazioni della casa riguardano principalmente la mole di contenuti che i narratori sarebbero dovuti andarsi a cercare per rimanere in linea con l’ambientazione. D’altronde, non è una novità che il materiale sui FR sia tantissimo; si tratta di un’edizione che ha visto il suo maggior successo in terza edizione (ed esordio in Advanced), con più di cento anni di storia scritta, campagne e quant’altro. Per non parlare di Dragonlance, Ravenloft e tutte le altre ambientazioni di punta di D&D, richieste a gran voce dai giocatori per essere portate in quinta edizione.

Appare abbastanza evidente che il materiale da visionare per mantenere una sorta di coerenza interna è immane, soprattutto se si parla di Forgotten Realms, che ha decine di manuali sparsi tra tre edizioni, romanzi, videogiochi e quant’altro. Il motivo per il quale, un po’ di tempo fa, mi lamentavi di SCAG era proprio questo: era un manuale abbastanza vago, lontano dall’enciclopedico alla 3, e molto meno giocoso dei manuali di 4.

Un bel gruppo affiatato come in Critical Role lo sognano in tanti

Il problema che nessuno sembrava notare

Come dicevo già da qualche tempo, non ho nulla contro D&D 5e. Si tratta di una edizione che piace, per la quale escono tonnellate di materiale ogni mese e che ha letteralmente fatto risorgere D&D da quella fossa che era la 4 (anche se, a mio parere, era perfetta per quello che prometteva).

L’annuncio della non canonicità dei manuali precedenti alla 5a, in realtà, non mi ha stupito; creare avventure con una coerenza interna molto alta, quando il materiale è tanto, è dannatamente costoso, difficile e soprattutto, poco produttivo. Gran parte delle nuove leve di D&D non hanno assolutamente idea di chi sia Ten Rings e nemmeno importa. La Wizard aveva già fatto notare, in effetti, il fatto che del passato di D&D gliene importasse il giusto, con “Make the Realms Yours” su SCAG, o semplicemente scrivendo manuali su Ravenloft riguardanti Barovia e basta.

In sostanza, ciò che dico è che i segnali che questo sarebbe successo c’erano già, ed erano sotto gli occhi di tutti. Chi chiede a gran voce Dragonlance deve prevedere che i prodotti di Dragonlance che usciranno per la quinta non saranno minimamente vicini a quelli degli anni ’80. Il Dragonlance di domani verrà ripulito dalla narrazione di ieri, stantia e vecchia, tirato a lucido e rilanciato sul mercato nel modo che possa generare più profitto possibile. Scordatevi i capelli cotonati, non torneranno.

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