Discutiamo le scelte di Ottavio Fatica in merito alla traduzione di Wormtongue (Rettilinguo) e Shelob (Aragne) ne Le due torri: perché non ha lasciato Vermilinguo e Shelob?

Recentemente, è stato pubblicato anche il secondo volume de Il signore degli anelli nella traduzione di Ottavio Fatica, ossia Le due torri. Non abbiamo visto la stessa levata di scudi e la stessa indignazione (spesso gratuita e disinformata) esplose alla pubblicazione de La compagnia dell’anello, ma il malcontento non è certo mancato.

Non starò qui a riepilogare i commenti fatti a La compagnia dell’anello persino prima della sua uscita, o lo scontro legale tra Bompiani, Ottavio Fatica e Vittoria Alliata. Il discorso sarebbe molto lungo, quindi vi rimando a questo articolo, con l’elenco di tutti i nostri articoli riguardanti Tolkien.

In questo articolo non è nemmeno mia intenzione commentare estesamente la traduzione de Le due torri, poiché si tratterebbe di un discorso assolutamente troppo lungo per essere sintetizzato in un articolo. È molto meglio, quindi, abbassare il tiro e parlare di due specifiche scelte di traduzione di Ottavio Fatica, ossia Wormtongue e Shelob.

Perché Wormtongue è stato tradotto come Rettilingua, laddove la versione Alliata/Principe aveva Vermilinguo? Perché Shelob, che nella precedente traduzione era lasciato inalterato, ora è diventato Aragne? Grazie anche ai commenti e ai dibattiti sul gruppo Studi Tolkieniani, cerchiamo di far luce su queste scelte.

Gríma Wormtongue nella versione cinematografica de Le due torri
Gríma Wormtongue nella versione cinematografica de Le due torri

Nomi da Le due torri: Rettilingua

Nella traduzione Alliata/Principe, il personaggio di Gríma Wormtongue, era stato tradotto come Grima Vermilinguo. Questa scelta era stata probabilmente dovuta all’aver preso come riferimento il significato moderno del termine worm, ossia verme, dando quindi l’impressione di una persona viscida.

Ottavio Fatica, invece, nella sua traduzione de Le due torri ha preferito rendere il nome come Gríma Rettilingua. Ma qual è il motivo di questa scelta?

La radice wyrm-tunge: “lingua di serpente”

Come spesso accade in Tolkien, molti termini non esprimono il significato contemporaneo di una parola, bensì il suo significato arcaico. Lo stesso accade con Wormtongue, in cui worm non ha l’attuale significato di verme, bensì l’arcaico significato di rettile/serpente.

Infatti, come si può apprendere da A Reader’s Companion di Wayne G. Hammond e Christina Scull, Wormtongue è la versione modernizzata da wyrm-tunge, che in Old English significa appunto snake-tongue, “lingua di serpente”. Wyrm (variante dell’Old English wurm) deriva dal proto-germanico wurmiz e in Old English aveva il significato non solo di serpente, ma anche di drago o rettile.

Il soprannome Wormtongue per Gríma probabilmente è un richiamo al soprannome del poeta Gunnlaug Ormstunga, come ipotizzano Hammond e Scull. Protagonista della Gunnlaugs saga ormstungu, Gunnlaug era così famoso per la sua lingua tagliente e per la sua arguzia da aver meritato il soprannome di, appunto, Ormstunga, ossia “lingua di serpente”. In tal senso, ricordo che anche l’antico norreno ormr deriva dal proto-germanico wurmiz. Nel caso di Gunnlaug, il suo soprannome era de facto un onorifico, laddove in Tolkien wyrm-tunge ha un senso evidentemente dispregiativo, anche perché wurm in Old English era utilizzato come un insulto e i draghi tolkieniani sono sempre esseri abietti.

La traduzione di wyrm-tunge ne Le due torri

Secondo le istruzioni lasciate da Tolkien in Nomenclature of The Lord of the Rings, Wormtongue andrebbe tradotto a senso.

Pertanto, Fatica ha ragione nel tradurre wyrm come rettile, creando appunto Rettilingua. Un’altra scelta corretta sarebbe potuta essere Serpilingua, richiamando invece il serpente al posto del rettile. Tuttavia, a mio modestissimo parere, rettile è forse più appropriato, poiché ha un significato più esteso e dunque può comprendere anche (ovviamente nell’immaginario tolkieniano) la categoria dei draghi, gli ingannatori malvagi per eccellenza della Terra di Mezzo.

Vermilinguo, invece, non è una traduzione altrettanto corretta, se si suppone che Alliata avesse tradotto il nome basandosi sul significato moderno di worm. Tuttavia, qualora Alliata avesse fatto una ricerca etimologica più approfondita, forse la sua scelta non sarebbe nemmeno troppo errata, poiché il proto-germanico wurmiz probabilmente indicava non solo i rettili e i serpenti, ma anche i vermi. Infatti, wurmiz probabilmente deriva dal proto-indoeuropeo wrmi, che significava appunto verme e ha dato origine al latino vermis, da cui abbiamo ovviamente l’italiano verme. Pertanto, la traduzione di Alliata/Principe di Wormtongue non è esatta, ma è interessante notare come il ciclo di mutamento e specializzazione del significato dal proto-indoeuropeo all’inglese moderno riesca a fare in qualche modo quadrare persino Vermilinguo.

La traduzione di wyrm-tunge in altre lingue

La scelta di Alliata/Principe parrebbe non essere troppo diffusa. Infatti, come fa notare una utente sul gruppo Studi Tolkieniani, anche in traduzioni in altre lingue la scelta più comune sarebbe quella di tradurre wyrm con serpente/rettile. In spagnolo, per esempio, abbiamo Gríma Lengua de Serpiente, mentre in polacco abbiamo Gríma Gadzi Język che, secondo l’utente, significa letteralmente “Gríma Lingua di Rettile”. Questa utente approfondisce il significato della traduzione polacca:

non sta ad indicare propriamente la lingua di un serpente, ma veicola comunque l’idea di parole vuote, senza un senso preciso, usate per lo più con l’unico fine di sviare e confondere i pensieri dei retti e dei giusti, portandoli quasi involontariamente ad un bivio tra due scelte: o così o così, o il giusto o l’ingiusto, o la legge o l’arbitrarietà delle azioni.

Anche in francese e greco abbiamo scelte simili a quella di Fatica: Grima Langue de Serpent, Γκρίμα ο Φιδόγλωσσος (Gríma Lingua Biforcuta).

Bisogna però poi notare che wyrm è stato reso come verme anche in altre lingue. Per esempio, in portoghese abbiamo Grima Língua de Verme, mentre in romeno c’è Gríma Limbă de Vierme.

Shelob dipinta da John Howe
Shelob dipinta da John Howe

Nomi da Le due torri: Aragne

Nella traduzione Alliata/Principe la mostruosa Shelob non aveva visto il proprio nome tradotto e quindi Shelob è rimasto anche nella versione cinematografica de Il signore degli anelli, pronunciato “Scèlob”. Pertanto, questo nome potrebbe anche sembrare orchesco, e quindi senza alcuna relazione con le nostre lingue naturali.

Quindi, perché Ottavio Fatica ne Le due torri traduce Shelob con Aragne?

Il significato di She-lob: “ragno femmina”

Come molti e molte avranno già intuito, in realtà Shelob non è una parola orchesca, bensì un composto di due parole inglesi fatto da Tolkien.

Come leggiamo in Nomenclature of The Lord of the Rings e nel Tolkien Gateway, il nome del ragno gigante è formato dal pronome personale femminile nominativo she e da lob, e dunque significa letteralmente “ragno femmina“. Lob è definito da Tolkien come una variante dialettale inglese di spider, ossia ragno. Lob è anche generalmente riferito agli oggetti penzolanti e lobbe in Old English significava appunto ragno.

La traduzione di She-lob ne Le due torri

Nella sua traduzione de Le due torri, Ottavio Fatica ha tradotto Shelob con Aragne. Ma cosa significa questa parola e cosa c’entra con “ragno femmina”?

Ebbene, aragne è una desueta parola italiana che significa ragno e, per estensione, ragnatela, ed è una variante di aragna, che ha lo stesso significato. La Crusca attesta anche la variante maschile aragno. Il Dizionario della lingua italiana di Tommaseo, del 1865, indica aragne come un nome maschile, ma attualmente tutti i dizionari italiani lo definiscono come un nome femminile (si veda qui, qui e qui). Aragne/a deriva dal nome femminile latino aranĕa, che a sua volta significa ragno; il nome maschile ragno, invece, deriva dal nome maschile latino araneus.

Lasciatemi fare ora una piccola divagazione sull’etimologia di aranĕa/araneus, per favore, perché è interessante. Sia aranĕa, sia araneus sono affini al greco ἀράχνη (aràcne), che significa sempre ragno. L’Etymological Dictionary of Latin and other Italic Languages ipotizza che aranĕa e araneus derivino da ἀράχνη, col suono –khn– greco tramutato in –gn-, a cui poi sarebbe caduta la velare g. Ma questa non è la sola ipotesi possibile. Infatti, sia questo dizionario, sia l’Etimological Dictionary of Greek, ritengono che ἀράχνη e araneus/aranĕa potrebbero entrambi derivare da *araksn/*araksna-, la quale però non sembrerebbe essere una parola indoeuropea.

Pertanto, Fatica ha cercato di replicare l’operazione di Tolkien, ma volgendola all’italiano. Pertanto, ha ripreso un termine desueto per dire “ragno” e si è assicurato che avesse un evidente significato femminile. Quindi, Fatica ha scelto la versione femminile di aragna/aragno, propendendo però per l’alternativa aragne. Non saprei dire perché Fatica abbia scelto aragne su aragna, però.

Aragne, trattandosi di una parola italiana derivata dal latino, non dovrebbe essere pronunciata con la g dura di, per esempio, Wagner o Ragnarok, ossia come [ar’agne]. Al contrario, aragne dovrebbe essere pronunciato all’italiana, ossia con la gn di gnocco e ragno: [ar’aɲe].

Perché non scegliere Aracne? E come è stato tradotto Shelob in altre lingue?

È piuttosto evidente che, seguendo il percorso linguistico fatto da Tolkien, Fatica non avrebbe mai potuto tradurre Shelob con Aracne. Infatti, Aracne è un termine greco che in italiano è arrivato solo col nome proprio del personaggio mitologico Aracne. Pertanto, Aracne è un nome troppo greco e troppo legato ad una mitologia aliena rispetto a quella tolkieniana per poter tradurre Shelob, che non ha alcun riferimento alla mitologia greca.

Anche nella traduzione de Le due torri in altre lingue è stato probabilmente fatto lo stesso ragionamento di Fatica. Infatti, per esempio, in spagnolo abbiamo Ella-Laraña, in portoghese brasiliano abbiamo Laracna, mentre nella seconda traduzione in francese abbiamo Araigne, che è un nome femminile in antico francese che significa ragno e deriva, udite udite, dal latino aranĕa.

Ben poche lingue parrebbero aver lasciato inalterato, senza nemmeno un adattamento fonetico, l’originale Shelob, oltre alla traduzione Alliata/Principe: la sola che riesco a trovare è quella portoghese. Simili all’originale inglese, ma con un adattamento, sono le versioni lituane e bosniache (Šeloba) e quelle croate (Sheloba). Il riferimento all’Aracne mitologica parrebbe essere stato presente solo dalla prima traduzione francese, che quindi propone Arachne.

Ottavio Fatica, traduttore de Il signore degli anelli
Ottavio Fatica, traduttore de Il signore degli anelli

Alcune parole conclusive

Spero che questo articolo sia stato interessante e informativo per chi volesse comprendere le probabili ragioni dietro ad alcune scelte di traduzione di Ottavio Fatica. Non ho ovviamente la presunzione di parlare a nome suo e consiglio comunque vivamente di attendere l’uscita del suo saggio sulla traduzione di Tolkien per avere una prospettiva completa sul suo lavoro.

Tuttavia, le spiegazioni da me proposte per la traduzione di Wormtongue e di Shelob sono tendenzialmente in linea con lo stile di lavoro di Fatica e con l’etimologia data da Tolkien. E con questo articolo vorrei sottolineare quanto Fatica lavori con cognizione di causa. I nomi da lui tradotti possono piacerci o non piacerci, suonare bene o male alle nostre orecchie, e questo va benissimo. Tuttavia, dobbiamo sempre ricordarci che la musicalità e la bellezza di una parola sono questioni di gusto personale, non aspetti oggettivi; al contrario, l’etimologia è un aspetto oggettivo e dovrebbe essere rispettato in quanto tale.

Pertanto, come lettori e come fan possiamo certamente non apprezzare Rettilingua o Aragne, anche per motivi personali come “mi suona male” o “non mi piace a pelle”. Tuttavia, non bisogna confondere il gusto personale con i dati oggettivi. In tal senso, la traduzione di Fatica di Aragne e Rettilingua può non piacere, ma non si può dire che sia errata. Il nostro gusto personale può coesistere col rispetto per il lavoro di un professionista.

Anzi, mi spingo persino oltre. Secondo me, senza la traduzione di Fatica molti e molte di noi non avrebbero mai imparato l’etimologia di Wormtongue e Shelob. Per molti e molte, infatti, è stata la sovversione del canone Alliata/Principe a farci interrogare sul significato profondo dei nomi tolkieniani. E solo per questo, secondo me, la community italiana è diventata più colta e più ricca, nella sua parte che è stata disposta a mettere in discussione i nomi storici del proprio libro preferito.