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Il futuro (e passato) di Fate/stay night

In questo articolo parleremo di Fate Zero e Hollow Ataraxia, non avete ancora letto il nostro articolo su Fate/Stay Night, potete trovarlo a questo link.

Il successo straordinario di Fate/Stay Night

Considerata la risposta di Type-Moon al modesto successo di Tsukihime, sufficiente per la compagnia al fine di generare un sequel e vari spin-off, non c’è da sorprendersi se in seguito all’enorme trazione guadagnata da Fate/stay night, così apprezzata in modo unanime da pubblico e critica il duo Nasu-Takeuchi abbia deciso di proseguire e spingere su Fate per il futuro della loro compagnia.

E proseguire la narrazione di Fate/stay night non avrebbe richiesto nemmeno troppo sforzo: con praticamente un’intera route e mezza completamente tagliate fuori dalla stesura dell’originale Nasu aveva materiale più che sufficiente per poter elaborare una nuova Visual Novel con l’intento di approfondire tutti quei personaggi e gli aspetti della storia di stay night che, per via del loro ruolo marginale negli eventi di cui Shirō Emiya è stato protagonista, non avevano potuto brillare e avevano avuto poco spazio per poter esprimere a pieno il proprio potenziale.

Il seguito di Fate/Stay Night

Lo sviluppo collettivo e approfondito del Nasuverse e l’introduzione di Kischur Zelretch Schweinorg nei suoi ingranaggi in Heaven’s Feel, inoltre, permettevano a Nasu di riutilizzare l’espediente narrativo del ciclo originariamente proposto in Kagetsu Tohya in maniera più coerente e plausibile, creando un vero e proprio sequel a quanto già realizzato più che un fan disc.

E sempre facendo riferimento a Kagetsu Tohya, Nasu ebbe la chiara idea di portare una storia più lineare, priva di route, ma dai meccanismi leggermente diversi da quelli proposti nel sequel di Tsukihime, lasciando un’ampia libertà di interpretazione al lettore per quanto riguarda la collocazione temporale del titolo in relazione alle route del suo predecessore.

Fate/Hollow Ataraxia

È così che, mentre diversi progetti prendevano vita parallelamente ad essa, Fate/hollow ataraxia prende vita: una Visual Novel in cui il lettore è invitato a scegliere quali scene visualizzare, alcune opzionali, altre obbligatorie, altre da sbloccare per proseguire con la trama principale.

A differenza della narrazione in prima persona costante e lineare vista fino ad ora, la scelta delle scene viene compiuta attraverso una veduta aerea di Fuyuki e dei luoghi principali degli eventi, con la possibilità di visionare una scena per ogni momento dei quattro giorni (suddivisi in mattino, pomeriggio e notte) durante i quali si svolge la storia.

A fianco della storia principale inoltre sono presenti tre minigiochi accessibili una volta sbloccati nella narrazione, proponendo un simpatico passatempo alternativo.

Hollow ataraxia viene rilasciato verso la fine del 2005, a quasi due anni dall’uscita di stay night, diventando una delle Visual Novel più vendute dell’anno.

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La storia di Fate/Hollow Ataraxia

A sei mesi dalla fine della Quinta Guerra del Santo Graal Shirō Emiya passa una vita tranquilla assieme ai propri compagni: i malvagi fautori delle tragedie che avevano dato vita agli eventi di Fate/stay night sono stati sconfitti, ed i Master scelti nel corso del conflitto, ora abolito, vivono pacificamente la propria vita quotidiana affiancati dai propri Servant.
Un giorno, come conseguenza di un esperimento di Rin sulla spada di Zelretch, prende vita un fenomeno che fonde le realtà alternative conosciute più alcune nuove mai viste in precedenza, portando la giovane a partire per l’Inghilterra e rivolgersi all’Associazione dei Maghi per trovare la soluzione.

Nel frattempo i Servant avvertono una nuova minaccia: delle misteriose creature fanno la loro comparsa così come un’ottava Master sconosciuta di nome Bazett Fraga McRemitz che sembra aver riavviato l’Heaven’s Feel, inconsapevole del fatto che la Quinta Guerra del Santo Graal è stata terminata sei mesi prima.

Affiancata dal suo Servant di classe Avenger, Bazett non ricorda molto di quanto accaduto in precedenza, consapevole unicamente del suo ruolo di Master e di maga dell’Associazione.

Mentre i Servant si preparano a difendere la vita quotidiana a cui si sono abituati, disinteressati ad un nuovo conflitto per il Graal, Shirō cerca di impedire che qualcuno si metta in pericolo fino a quando non si rende conto che la realtà circostante è bloccata in un ciclo di quattro giorni che si ripete senza alcun segno di continuità a prescindere dagli eventi che avvengono.

Gli unici a rendersi conto di questo ciclo sono proprio Shirō e Bazett, che mantengono piena coscienza degli avvenimenti che stanno avendo luogo in ogni ciclo.

Intenzionati a mettere fine a questa anomalia, dunque, starà al duo di maghi e ad Avenger scoprire cosa stia causando il ciclo di quattro giorni.

Un setting anomalo

Il palcoscenico degli eventi di Hollow Ataraxia, come si può vedere, non è molto chiaro: mentre Kagetsu Tohya aveva ben messo in chiaro quale route le facesse da antefatto, per questo sequel la risposta a tale domanda è “tutte e nessuna”: la realtà di Hollow Ataraxia segue i finali di Fate, Unlimited Blade Works e Heaven’s Feel simultaneamente, e al tempo stesso non ne segue davvero nessuna, accennando solo occasionalmente ad alcuni eventi riconducibili alle tre route.

Questo accade perché la storia stessa ritiene irrilevante un collegamento con qualsiasi route di stay night, lasciando che sia il lettore a decidere quali eventi hanno avuto luogo per una determinata scena.

La premessa stessa di questa nuova storia è infatti piuttosto generica rispetto ai precedenti lavori Type-Moon, con una portata relativamente più ridotta rispetto alle storie che l’hanno preceduta.

Un’evoluzione nella costruzione della storia

La scelta di trattare la storia in questo modo è dettata dalla concentrazione sull’esecuzione della narrazione: il ritmo, la scrittura e l’atmosfera sono finemente bilanciati tra tensione e mistero, specialmente nei segmenti dedicati a Bazett, integrando in modo magistrale il tema dell’illusione suggerito dal titolo stesso dell’opera all’interno della storia.

In ogni caso Fate/hollow ataraxia è una storia molto più leggera in natura rispetto al resto del Nasuverse: il tono è un mix bilanciato di serietà tipica di Fate/Stay night e di stupidità sopra alle righe attribuibili al futuro Carnival Phantasm, riuscendo in qualche modo ad eccellere in entrambe le cose senza causare una dissonanza all’interno della narrazione: la priorità tonale viene data in modo equo ed appropriato, equilibrato, facendo scorrere le scene in maniera fluida e coinvolgente.

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L’occasione di approfondire tutti i personaggi

Ogni scena è inoltre costruita per sviluppare i personaggi, proporre nuove interazioni e, a volte, semplicemente per appagare il lettore, andando da eventi semplici e mondani come un banale pasto a battaglie epiche quasi completamente animate dall’arte di Takeuchi.

Persino i nuovi personaggi riescono ad avere un approfondimento pressoché completo nonostante abbiano avuto molto meno tempo a disposizione rispetto ai restanti protagonisti per farsi conoscere e riconoscere.

Tuttavia la Visual Novel, ad oggi, soffre della mancanza di un adattamento che renda il titolo disponibile ad un pubblico più ampio, cosa che limita l’opera ad un pubblico esclusivamente giapponese e legato a stay night.

Nonostante ciò, esiste un adattamento manga illustrato da Medori nel 2013 e, così come per il suo predecessore,  una versione Réalta Nua, con praticamente lo stesso tipo di contenuto aggiuntivo (doppiaggio in primis), rilasciata per PS Vita nel Novembre del 2014, con due nuove sequenze di apertura animate da Ufotable e musicate dalla pop rock star Aimer con le due canzoni “broKen Night” e “hollow WORLD” più un nuovo minigioco intitolato Capsule Servant ed un nuovo gioco di carte.

Un progetto complementare

Come accennato precedentemente, mentre il progetto di Fate/Hollow Ataraxia prendeva vita la macchina produttiva legata a questo nuovo promettente franchise non restava con le mani in mano.

A seguito del rilascio di Saya no Uta, Visual Novel di genere horror ispirata ai lavori di Howard Phillips Lovecraft pubblicata nel 2003, lo scrittore Gen Urobuchi, oggi noto come sceneggiatore di opere di animazioni quali Psycho Pass, Puella Magi Madoka Magica e Aldnoah.Zero e soprannominato “Urobutcher” per via dell’approccio tragico, cupo ed i colpi di scena spietati e freddi che contraddistinguono le sue opere dai temi nichilistici e rassegnati, si trovò ad affrontare un forte blocco creativo che rischiava di compromettere irrimediabilmente la sua posizione come scrittore per la software house Nitroplus.

Uno scrittore bloccato nel pessimismo

Nello specifico, Urobuchi stava affrontando una crisi che gli impediva di concludere adeguatamente le proprie opere e un conflitto con l’idea che la vera creatività potesse essere esposta unicamente attraverso i propri pensieri, impedendogli di adattare una storia che non fosse stata creata da lui stesso in prima persona.

Afflitto da una profonda repulsione per l’ottimismo, Urobuchi si è trovato in qualche modo condannato dall’idea di non poter concludere una storia con una nota positiva, incapace di poter dare coraggio o speranza ai propri lettori, qualcosa che seppur spontaneo portava allo scrittore un profondo disagio in merito alla propria professione.

Questa crisi ebbe il suo culmine durante la visione di Spider-man 2 dove, ispirato dall’esempio di Peter Parker desideroso di non avere i propri poteri, iniziò a contemplare l’idea di abbandonare la scrittura.

La soluzione inaspettata

Urobuchi decise quindi di comunicare le proprie intenzioni al collega e amico Nasu ma venne immediatamente intercettato da Takeuchi che, con la proposta di una nuova idea, riuscì ad ispirare Urobuchi e a rinvigorire la sua creatività.

Nasu e Takeuchi avevano infatti voluto proporre al collega una collaborazione tra Type-Moon e Nitroplus al fine di pubblicare l’antefatto di Fate/stay night in forma cartacea, una breve storia che avrebbe dovuto narrare il duello tra Kiritsugu Emiya e Kotomine Kirei.

Colto impetuosamente dalla passione di intrecciare una storia e consapevole di poter costruire una storia che potesse concludersi liberamente in modo tragico e pessimistico per via del fatto che, a prescindere da quanto l’antefatto di stay night fosse nichilista e drammatico, la fine della storia di Shirō era già segnata, Urobuchi espanse l’idea in maniera spontanea lasciando che la sua immaginazione vagasse a piede libero, ridando vigore e voglia di scrivere all’autore.

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La nascita di Fate/Zero

Il risultato di questo fortuito incontro è una serie di quattro Light Novel intitolata Fate/Zero.

Entro la pubblicazione di Fate/hollow ataraxia il primo volume era già pronto alla pubblicazione e così un poster promozionale fu incluso nella Visual Novel e a partire da Dicembre del 2006 iniziò la graduale pubblicazione dei quattro libri, terminata a Dicembre dell’anno successivo.

Una tragedia annunciata

Situato in una timeline non necessariamente legata alle route di Fate/stay night ma delle quali è plausibilmente l’antefatto, Fate/Zero ha luogo nel 1994, 10 anni prima degli eventi di Fate/stay night e narra gli eventi noti ma mai dettagliati della Quarta Guerra del Santo Graal presso Fuyuki.

La guerra, fondata dalle tre famiglie nobili di Fuyuki, mette in campo sette Master affiancati dai loro sette Servant, suddivisi per classe, in un conflitto all’ultimo sangue.

Dopo tre sconfitte consecutive la famiglia Einzbern è determinata a vincere ad ogni costo il conflitto ed a tal fine decide di assumere come rappresentate il famigerato Assassino di Maghi, Kiritsugu Emiya, così da fargli assumere il ruolo di Master per la famiglia nonostante la sua reputazione di spietato sicario.

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La famiglia di Kiritsugo

Kiritsugu passa gli otto anni successivi a prepararsi al conflitto fino a formare, inaspettatamente, una famiglia con Irisviel von Einzbern e la loro figlia, Illyasviel. Mosso dal desiderio di salvare il mondo e diventare un paladino della giustizia, Kiritsugu dovrà affrontare sei terribili avversari, altrettanto motivati dalle proprie ragioni.

La partecipazione dei Tohsaka

Uno di questi è il nobile mago della famiglia Tohsaka, Tokiomi, desideroso di raggiungere Akasha attraverso il Santo Graal supportato dal sacerdote Risei Kotomine e da suo figlio, anch’egli Master, Kirei Kotomine che, a differenza di Tokiomi, non trova stimolo nella propria vita e vede in Kiritsugu e nella sua determinazione una possibilità di avere risposta alla frustrante mancanza di un senso nella propria vita.

Il patto dei Matou

Dopo aver appreso che la figlia minore di Tokiomi, Sakura, verrà adottata dalla famiglia Matou il giovane Kariya Matou decide di diventare un Master nel tentativo di salvarla dalle inevitabili sofferenze che il patriarca Zouken ha in serbo per lei, scambiando la sua libertà con la vittoria del Santo Graal.

L’Elité dell’Associazione

Presso l’Associazione dei Maghi invece, il nobile e superbo docente Kayneth El-Melloi Archibald decide di prendere parte al conflitto così da elevare il proprio stato all’interno dell’Associazione.

Le sue visioni radicali spingono uno dei suoi studenti, Waver Velvet, a rubare uno degli artefatti in possesso dell’insegnante e partecipare come Master per dimostrare che il valore di un mago non è stabilito dal proprio retaggio di sangue e forzare l’Associazione a riconoscere il suo talento.

La mancanza del settimo master

A seguito della mancata risposta di un settimo mago alla chiamata del Graal, è il serial killer Ryuunosuke Uryuu ad assumere il ruolo di ultimo Master, cercando nuovi modi appaganti per uccidere insieme al suo spietato Servant, evocato da un libro occulto, che lo aiuta a commettere quanti più omicidi possibile.

Questi sette individui, mossi dalle proprie ferme convinzioni e dai propri obiettivi, sono pronti a tutto per percorrere la strada del proprio successo, ma il Santo Graal esige il loro sangue e alla fine della guerra solo uno di loro ne uscirà vincitore.

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From Zero to Shirō

Sebbene si tratti di un’opera letteraria, quindi di una narrazione lineare, Fate/Zero ha il grande pregio di non essere da meno rispetto a Fate/stay night per quanto riguarda le numerosi chiavi di lettura che danno peso a storia e personaggi, un peso spesso accentuato dallo stile crudo, cupo e senza mezzi termini che Urobuchi utilizza per delineare gli elementi dell’illusione ideologica e della tragica disperazione che fanno da tema centrale della storia.

Questo è possibile anche e soprattutto per la natura stessa della serie: fare da ponte tra le due Guerre del Graal raggiungendo il punto di congiunzione, l’evento che fa partire la ruota di tutta la serie di Fate e tutto ciò che circonda i suoi protagonisti: il grande incendio di Fuyuki ed il salvataggio di Shirō Emiya ad opera di un Kiritsugu perso nella disperazione della tragica catastrofe che ha preso vita davanti ai suoi occhi.

La fine è l’inizio

Questo evento è il punto focale di tutto ciò che contraddistingue Shirō e che ha fatto di lui la persona che viene conosciuta in Fate/stay night, ed è proprio per questa ragione che Urobuchi costruisce la totalità di Zero per portare a quell’incendio.

La narrazione è dunque impostata per essere completamente priva di tensione narrativa: il lettore sa bene che il finale di questa storia è già scritto, sa già il tragico destino che coinvolgerà gran parte dei personaggi presentati nelle sue pagine, conosce perfettamente quale sarà la strada a cui il finale porterà.

Per questo il titolo stesso viene integrato nella narrazione rappresentando l’incendio di Fuyuki, il “punto zero” di Fate, ed è per questo che gli undici giorni della Quarta Guerra del Santo Graal vengono scanditi narrativamente con un periodico countdown che parte da 269 ore e raggiunge lo 0 proprio al salvataggio di Shirō.
Questa continua scansione temporale e l’enfasi che le viene data non è solo simbolica, ma incrementa la sensazione restituita al lettore di star vivendo un cammino inesorabile verso la tragedia e la disperazione.

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Il fallimento degli ideali e delle ambizioni

Un cammino che anche i personaggi vivono più direttamente nel corso della narrazione: che i loro obiettivi ultimi siano nobili o meno, tutti i loro ideali sono grandi e ben radicati eppure, a discapito di ciò, tutti i protagonisti sono destinati a finire sovrastati come vittime dai loro stessi desideri, finendo per affrontare prima la crisi, poi il rifiuto ed il disgusto più profondo nei confronti dell’ideologia iniziale.

Fate/Zero rappresenta dunque il viaggio tra una speranza, un desiderio iniziale e la disperazione che gli fa da punto di arrivo, una disperazione che condurrà all’incendio che, appropriatamente a quello che tipicamente una tale catastrofe compie, “azzera” la situazione facendo tabula rasa.

Ed è proprio in questo azzeramento, in questo “punto zero”, che ha infine luogo l’evento più drammatico e tragico della storia: Kiritsugu salvando  Shirō ha infatti inconsapevolmente condannato il ragazzo, dandogli una vita segnata dal fardello dei suoi ideali e di quella stessa catastrofe da cui l’ha salvato.

Il successo di Fate/Zero

Fate/Zero è stato ricevuto in modo estremamente positivo dalla totalità del pubblico, al punto che viene incluso in una delle opere di punta del Nasuverse pur essendo un prequel volutamente accessorio al titolo cui fa riferimento.

Insieme all’ultimo volume rilasciato nel 2007 l’opera ha visto la pubblicazione dell’Image Soundtrack intitolata “Return to Zero”, mentre a partire dal 2008 fino al 2010 le Light Novel sono state adattate in quattro set di audiodrama, scritti sempre da Urobuchi, che hanno visto il ritorno di diversi doppiatori della serie e l’introduzione delle voci dei nuovi personaggi.

A Fate/Zero è da attribuire la prima introduzione al Nasuverse di una grossa fetta di pubblico non Giapponese grazie soprattutto all’adattamento animato trasmesso tra il 2011 ed il 2012.

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Un’adattamento pluripremiato

In questo adattamento infatti la scrittura drammatica e minuziosa di Urobuchi lavora in combinazione con le scene maestose e le animazioni magistrali ed evocative dello studio Ufotable e la colonna sonora fortemente atmosferica e abilmente composta da Yuki Kaijura. Il tutto per creare un’opera animata che eccelle sotto praticamente ogni punto possibile nonostante il ridimensionamento della violenza e della crudeltà che permea alcune delle scene più cupe dell’opera per renderle adatte alla trasmissione ad un pubblico televisivo, guadagnandosi premi come miglior serie, miglior sceneggiatura, miglior studio di animazione, miglior theme song (con To the Beginning, seconda sigla di apertura cantata dal gruppo Kalafina) e miglior colonna sonora.

L’edizione Blu-ray include inoltre l’Einzbern Counseling Room, ad opera di Kinoko Nasu, che fa da prequel al Tiger Dojo svolgendo sostanzialmente la stessa funzione di quest’ultimo per quanto riguarda Fate/Zero e che vede una giovane Taiga Fujimura che affianca Irisviel von Einzbern nell’elaborare dettagli della storia che non potevano essere inclusi nella vicenda e conversazioni con i Servant sconfitti ed i loro rimpianti a seguito della loro caduta.

L’errore comune

Proprio questo adattamento animato è il motivo per cui spesso Fate/Zero viene erroneamente avvicinato come primo punto di entrata a Fate per via della sua collocazione cronologica sebbene questo tipo di approccio faccia mancare alcuni aspetti fondamentali dell’opera legati alla sua costruzione attorno alla conoscenza della storia originale.

Fate/Zero è stato inoltre l’ultima pubblicazione narrativa legata a Fate/stay night, poiché parallelamente ad esso Fate iniziò ad espandersi al di fuori delle Visual Novel e a proporre nuove realtà alternative slegate agli eventi di Fuyuki.

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