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Hastur – Colui che non deve essere nominato

Quando parliamo di Hastur, il Re in Giallo, la memoria corre ai Miti di Cthulhu.

È notizia di pochi giorni or sono che un certo simbolo, legato a questo Grande Antico, NON sia apparso né sulla pagina di NeedGames né in un certo video che è stato fatto trapelare in rete.
Forse le stelle non sono ancora nella giusta posizione. In queste notti così limpide provate ad alzare gli occhi al cielo e osservate il vuoto siderale. Cercate Aldebaran nella costellazione del Toro, ma NON osservate troppo. NON nominatelo e NON cercate il buco nero dove sembra esso sia rinchiuso.

Nelle nostre pagine abbiamo già avuto modo di parlare dei Miti di Cthulhu nei più disparati modi. Abbiamo giocato a diversi librigame che trattavano l’argomento, quali Choose Cthulhu, Carcosa e Dagon. Ci siamo lasciati stregare dalla musica di Erich Zann e da come molti gruppi musicali abbiano trovato ispirazione in questo universo di paura. Abbiamo fatto volare le nostre paure via posta e giocato alla sua versione per Dungeons & Dragons. Infine abbiamo studiato le immagini e le rappresentazioni dei Miti e una sorta di De Rerum Supernatura dove erano raccolti alcune di iconiche creature.

Oggi, però, è il momento di invocare Hastur, Colui che non deve essere nominato.

Costellazione di Aldebaran

Le origini letterarie di Hastur

Nella letteratura d’oltre oceano Hastur appare, per la prima volta, in Haïta the Shepherd del 1893. In questo racconto, Ambrose Bierce, descrive questa entità come una divinità benigna, protettrice dei pastori, fu solo successivamente che la sua natura cominciò a cambiare. Fu con Robert W. Chambers che la figura del Grande Antico assunse tinte più macabre; nel suo The King in Yellow, del 1895, l’autore ipotizza un mondo futuro, e a tratti distopico, in cui il segno giallo di Hastur comincia ad apparire in alcune zone di New York e Parigi. Paranoia, paura, irrazionalità, orrore, questi sono i temi trattati da Chambers nella sua raccolta e tutti hanno un leitmotiv una frase:

Have you found the Yellow Sign?
Avete trovato questo Segno Giallo?

Segno Giallo di Hastur

Negli anni ’30 del secolo scorso anche il Solitario di Providence, Howard Philip Lovecraft, decise di far apparire Hastur in una delle sue opere, precisamente in Colui che sussurrava nelle tenebre (1930).

[…] Lessi nomi e parole che avevo già sentito altrove e che sapevo riferirsi ai misteri più orridi: Yuggoth, il Grande Cthulhu, Tsathoggua, Yog-Sothoth, R’lyeh, Nyarlathotep, Azathoth, Hastur, Yian, Leng, il lago di Hali, Bethmoora, il Segno Giallo, L’mur-Kathulos, Bran e il Magnum Innominandum; fui condotto in mondi estranei al nostro, di cui l’autore del Necronomicon aveva vagamente intuito l’esistenza; presi conoscenza degli abissi della vita originale, delle diverse correnti che ne derivano, e, finalmente, d’una mostruosa mescolanza che si era prodotta tra quelle correnti e un ulteriore abominio venuto dall’esterno […]Colui che sussurrava nelle tenebre, 1930

Tuttavia non fu soltanto Lovecraft a rendere omaggio a questo Grande Antico. August Derleth, Lin Carter, James Blish e Joseph Payne Brennan tentarono di mostrare l’orrore dietro ad Hastur, cercando di descriverlo direttamente, o di mettere a nudo alcuni dei suoi avatar con cui usava palesarsi ai mortali.

Il Re in Giallo, il Convitato, solo solo due degli avatar più famosi, ma forse la più spaventosa descrizione di questa entità ci è stata lasciata proprio da Lin Carter che nel suo Carcosa, story about Hali (1989) riporta la seguente descrizione:

[…] La Creatura che era stata gettata nel Lago Nero era Hastur in persona: Hastur, l’Innominabile, Colui Che Non Deve Essere Nominato, il Principe dei Grandi Antichi, principe e ribelle contro gli Dei Antichi… Grande era la potenza di Hastur, più di qualsiasi altro essere vivente […]

Che sia il Convitato, che sia il Re in Giallo o la sua forma originale, ricordate sempre che attorno a lui i suoi servi, i Byakhee, voleranno danzando intorno al loro padrone, trasportando per lui persone e cose attraverso l’orrore interstellare.

Carcosa la città legata ad Hastur
Un’immagine di Carcosa

Il Re in Giallo, il più famoso avatar di Hastur

Quando vediamo il simbolo del Re in Giallo, subito pensiamo alla descrizione di James Blish nel suo racconto More Light (1970).

[…] È immobile sopra la balconata. Non ha volto ed è alto il doppio di un uomo. Indossa scarpe a punta e una tunica sbrindellata, dai colori fantastici, indescrivibili. In testa ha un cappuccio, da cui pende una fascia di seta. A volte si manifesta come essere alato, altre circondato da un mistico alone […]

Ma che significato ha questo avatar, e perché questo suo segno porta alla pazzia? La mente umana è fragile. Spesso ci troviamo a cercare di dare un’interpretazione di qualcosa che dovrebbe essere solo dimentica, ma gli artisti non possono. Come in un famoso film horror degli anni ’90 dal titolo Il Seme della Follia (J. Carpenter, 1994), sono proprio gli artisti il tramite per le creature dell’orrore di tornare al nostro mondo. Più sono i fedeli che credono, più la strada che devono percorrere per giungere fino a noi è breve. A questo concetto tuttavia si oppone quello di Enrique Breccia, Hans Rodionoff e Keith Giffen che, nel fumetto Lovecraft, ci permette di capire come il lavoro del solitario di Providence, in realtà, permettesse alla porta di restare chiusa.

Nel regno della mente tutto è duale. E l’artista più che altre persone è soggetto al fascino dell’ignoto. Cesare Lombroso diceva:

Nulla somiglia più ad un matto, sotto l’accesso, quanto un uomo di genio, che mediti e plasmi i suoi concetti

Quindi perché stupirsi se il Re in Giallo preferisca la compagnia e la fede degli artisti? L’ultimo loro atto culminerà ovviamente con una morte orribile, questo è sicuro, ma forse in un impeto di lucidità potrebbero essere proprio loro, gli artisti a fare la differenza. Avete mai visto l’episodio del Doctor Who dove il Dottore incontra Vincent Van Gogh? Ecco potrebbe essere una trasposizione perfetta della discesa nella pazzia da parte di un artista che in fondo, però, riesce a combattere un mostro invisibile. Una trasposizione di una malattia mentale? Possibile. Un mostro dei Miti? Altrettanto probabile.

Forse solo il Re in Giallo ci potrebbe mostrare la verità, o almeno una sua verità.

Hastur nella cultura popolare

La figura di questo Grande Antico ha trovato una forte rappresentazione nella cultura popolare. Che siano romanzi, fumetti, serie televisive, giochi, gli speudopodi di questa entità hanno toccato le menti dei loro creatori.

Marion Zimmer Bradley nella sua saga di Darkover sfrutta il nome, che eviterò di ripetere perché non si sa mai, per identificare una divinità e anche il nome della famiglia reale. Nella libro Good Omens di Terry Prattchet e Neil Gaiman, uno dei Duchi dell’Inferno prende il nome di Hastur. Avete visto, tra l’altro, la serie televisiva su Prime Video?

Le citazioni non finiscono qua. Nella prima stagione della serie televisiva di True Detective c’è un riferimento alla città di Carcosa e continui riferimenti ad Hastur e al Re in Giallo, soprattutto quando, nel finale viene intimato a Rust (uno dei due detective) di gettare la maschera così da permettere all’oscurità di fluire fuori e far spazio alla Luce. Questo è un preciso riferimento al lavoro di Chambers nella raccolta che ho citato in precedenza.

Per i fumetti mi sento di consigliare il primo capitolo del lavoro di Alan Moore che compone il Neonomicon e che prende il titolo de Il Cortile (2008). Qui un agente del FBI entra in contatto con una sostanza stupefacente dal nome di Aklo, capace di mostrare altri universi e ad interrompere il contatto con la realtà. Non vi farò alcuno spoiler sulla fine che farà Aldo Sax, ma vi posso assicurare che il lavoro che mette in atto nelle ultime tavole de Il Cortile è davvero notevole.

Ed ora Hastur ha ispirato una nuova versione del sistema Gumshoe, prodotto da Pelgrane Press, che sarà portata in Italia grazie a NeedGames come avevo accennato in precedenza, con non uno, ma ben quattro libri. Ciascun libro tratterà un periodo storico diverso e unico, farà attraversare diverse coscienze ai giocator* nell’attesa di trovare la città di Carcosa.

True Detective, prima stagione
Fotogramma di True Detective

Conclusioni

Personalmente trovo Hastur uno dei Grandi Antichi più interessanti, certamente più evocativo di Cthulhu che non fa altro che dormire. Un’entità in un Lago Nero (un buco nero? Una stella nera?) che riesce ad espandere la sua mente e il suo volere per toccare artisti e poeti portandoli a produrre capolavori sovrumani è qualcosa di costruttivo e distruttivo allo stesso tempo.

È affascinante. Se non lo fosse stato non ci sarebbero decine di altre citazioni in libri, fumetti, giochi e quanto altro. Per elencarle tutte servirebbe un articolo apposito, quindi chiedo aiuto a voi.

Avete trovato altri riferimenti ad Hastur nel corso della vostra vita di appassionati di fantasy e fantascienza? Vorreste condividerle con noi?

Il Re in Giallo vi aspetta, ma ricordate di NON nominarlo mai!

1 Commento

  • Leonardo Gallori
    Posted 4 Settembre 2020 at 10:28

    Beh, il Re in Giallo è apparso nel fumetto della Sergio Bonelli Editore (SBE) Dampyr n° 235. Insieme a lui c’era Ambrose Bierce e, sempre tra le pagine della serie, abbiamo visitato Carcosa, affrontato i Grandi Antichi, visto il Segno Giallo, scoperte le connessioni tra gli scritti di HPL e gli innominabili orrori del Multiverso.
    Nei prossimi mesi (settembre-ottobre 2020) verranno svelati anche gli incubi che attanagliarono il grande scrittore di Cross Plains e amico di HPL: Robert Erwin Howard (il papà di Conan).
    Ogni tanto la SBE pubblica i macro archi narrativi di Dampyr, se e quando uscirà, vi consiglio di recuperare quello sui Grandi Antichi, iniziato, nel lontano 2000, con “Dalle tenebre”, il n° 8.

I commenti sono chiusi.

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