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Fidanzati dell’Inverno: Recensione

Fidanzati dell’inverno, di Christelle Dabos, è il primo libro della saga L’Attraversaspecchi edito da Edizioni e/o. Paragonata dalla stampa francese alle saghe di J.K.Rowling e Philip Pullman, l’Attraversaspecchi è una saga suddivisa in tre volumi che mescola il genere Fantasy con la Belle Époque.

La Trama

Alla vita dei nostri personaggi fa da sfondo un universo composto da 21 arche, tante quante sono i pianeti che orbitano intorno a quella che una volta era la Terra. La protagonista, Ofelia, originaria dell’arca chiamata “Anima”; è una ragazza timida, goffa e un po’ miope ma con ben due doni particolari: non solo può leggere il passato degli oggetti toccandoli ma è anche capace di attraversare gli specchi (ma va!?). Lavora come curatrice nel museo di quella che sembra essere una tranquilla città immersa nel verde, finché le Decane della città decidono di darla in sposa al nobile Thorn, della potente famiglia dei Draghi. Questo significa trasferirsi su un’altra arca, quella chiamata “Polo”, molto più fredda e inospitale di Anima, abitata da bestie giganti e famiglie sempre in lotta. Un ambiente ostile nel quale l’ingenua Ofelia dovrà imparare a muoversi. Ma per quale scopo è stata scelta proprio lei? Tra oggetti capricciosi, illusioni ottiche di tutto rispetto, mondi galleggianti nel nero della notte e lotte di potere, Ofelia scoprirà di essere la chiave di un enigma da cui potrebbe dipendere il destino del suo mondo. Fidanzati dell’inverno è il primo capitolo di una saga ricca e appassionante che sta conquistando migliaia di lettori.

fidanzati dell'inverno

Pro e contro di Fidanzati dell’Inverno

Un libro che mi ha fatto dire “sì!”? È stato questo!

In realtà non volevo neanche comprarlo, perché avevo preso dalla biblioteca del centro in cui lavoro alcuni classici che non avevo mai letto ma che rimangono comunque in programma. Fatto sta che per andare al lavoro passo sempre davanti ad una libreria che, essendo ben fornita, aveva messo questo libro in bella vista in vetrina. Inutile dire che l’azzurro della copertina mi ha fatta impazzire! Le illustrazioni sono di Laurent Gapaillard che vi invito a cercare in rete se siete amanti dell’arte.

È stata quindi l’illustrazione a farmi dire “sì andiamo! Cosa t’avrà mai fatto di male questo libro?”

In realtà? Il titolo!  

Il titolo non mi convinceva per nulla e in verità ero indecisa se aspettarmi la classica cotta giovanile o due poveri innamorati tormentati da tutti e tutto. Dopo averlo letto ed apprezzato, in verità, posso dire di aver ritrovato un po’ di entrambe le cose ma nella giusta dose. E questo non guasta mai!

A parte l’illustrazione mi è piaciuto molto il modo in cui si apre il libro, nonostante la scelta dell’autrice di proporre alla prima pagina il frammento di quello che sembra un manoscritto o una lettera mi abbia lasciata un pochino perplessa. In generale non è stato spiacevole, ma avrebbe avuto più senso se, almeno da quasi subito, avessi avuto l’opportunità di capire in quale ambiente mi ritrovassi a dover viaggiare con la fantasia. Per quanto le descrizioni siano accurate e lunghe, proprio come piace a me, non ho capito bene cosa si intendesse per Anima.

Fa da sfondo un universo composto da 21 arche, tante quanti sono i pianeti che orbitano intorno a quella che fu la Terra

Questo nella quarta di copertina non c’è scritto e, credetemi non c’è scritto neanche all’interno del libro!

Si parla in generale di arche e io al principio ho pensato alle arche vere e proprie, quelle di legno insomma! Pensiero molto sciocco devo ammetterlo, ma non avevo completamente idea di cosa si intendesse. Solo dopo ho capito che l’arca è un luogo, ma resto comunque perplessa. Devo considerare questi mondi come mondi separati o collegati tra loro? Che forma hanno? Perché sembrano così distanti? Questi sono stati alcuni dei quesiti che mi sono posta e in verità per capirci qualcosa ho dovuto cercare dettagli in internet, fatto abbastanza spiacevole. Si parla pure di “vecchio mondo” e di “Lacerazione“, il che mi fa presumere che si parli della Terra in un prima e un dopo! Per il momento brancolo nel buio. E io odio tutto ciò.

Di riflesso devo dire che amo il modo di scrivere di questa autrice: l’intero libro è leggero, si legge abbastanza in fretta e vi darà la sensazione di vivere un film. Insomma, io giuro di averlo visto in pellicola nella mia testa! Mi piace che si dilunghi molto nella descrizione dei luoghi cogliendo anche dettagli particolari che creano una bella atmosfera per la fantasia. Anche i luoghi, su Anima, sono vivi e la descrizione della biblioteca scricchiolante e sbuffante nel primo capitolo mi ha fatta letteralmente impazzire! Io poi adoro la descrizione dei luoghi naturali e qui se ne trovano di belle, non c’è che dire!

I Personaggi di Fidanzati dell’Inverno

La prima cosa che ho notato dopo il background è stato, ovviamente, la protagonista! Premettendo che da giocatrice di ruolo ho “l’ansia del nome del pg”, il nome della protagonista non mi è piaciuto molto all’inizio! Poi, vista la schiera di nomi e la “fantasia” messa nella scelta, ho pensato non fosse niente male! Almeno Ofelia è un nome originale! La protagonista è una ragazza goffa, piccoletta, timida e impacciata, con un amore spropositato per la storia! E io per questo l’ho subito amata. La nostra giovane Ofelia è un animista e come tutti quelli che vivono su Anima ha uno stretto rapporto con gli oggetti sin dalla nascita. In particolare, la nostra Ofelia è una lettrice, cioè attraverso le sue manine riesce a leggere la storia degli oggetti e a ripercorrerla di mano in mano. Questo rende il suo ruolo essenziale all’interno del museo. Ciò che la rende davvero speciale, però, è che lei sia un’Attraversaspecchi, e come potete ben capire, riesce ad attraversare gli specchi per raggiungere altri luoghi!

“No, sono due cose ben diverse! Leggere un oggetto significa dimenticare un po’ se stessi per fare posto al passato di un altro, mentre attraversare gli specchi significa affrontare se stessi. Ci vuole fegato per guardarsi negli occhi, vedersi per ciò che si è, immergersi nel proprio riflesso. […] Credimi non è cosa da tutti!”

Adoro! La nostra protagonista, per le sue peculiarità, è munita sempre di guanti che puntualmente le vedrete mordere per il nervoso.

La vita di Ofelia sembrava scorrere tranquilla fino alla notizia di un matrimonio, quello con Thorn, un giovane uomo mandato da un’altra arca per condurla via dagli affetti più cari. La cosa sconvolge la ragazza che si reca da suo zio, un uomo a lei molto caro che l’ha aiutata a sfuggire da ben due matrimoni. Lei, ovviamente, aspettava con tutta calma di sposare l’uomo della vita. Sarà per sesto senso ma, questo Thorn, mi è sembrato da subito il “duro fuori” e “tenero dentro” ed è ciò che in alcuni momenti si è rivelato. Mi ha ricordato un pg a me molto caro.

La delusione è arrivata quasi da subito quando invece del bell’uomo alto e robusto, un po’ nordico selvaggio che mi ero immaginata, mi sono ritrovata un ragazzo alto, magro e spigoloso, dai colori del ghiaccio. Dopo una serie di eventi che trasportano la povera Ofelia come un pacco da un posto all’altro, al suo arrivo su Polo, la giovane dovrà fare i conti con la zia di Thorn, Berenilde! Una donna piena di sé, altera, capricciosa e capace di essere dolcissima quanto velenosa e antipatica, ma lei sarà solo il primo dei suoi problemi. Quelli grossi arriveranno poco dopo e per Ofelia sarà un continuo nascondersi e camuffarsi per cercar di salvare la vita.

Ad onor del vero devo dire che mi piacciono un po’ tutti i personaggi di Fidanzati dell’Inverno: sono ben caratterizzati e leggendo potete davvero vederli apparire nella vostra mente. Tuttavia l’autrice tende a svelare le loro caratteristiche dilazionandole all’interno dei capitoli e questo, per me, rende più difficile la lettura. Io il personaggio preferisco “vederlo” subito perché sono una inguaribile curiosa!

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La svolta

Eh, sì perché finalmente, in questo Fidanzati dell’Inverno che all’inizio sembra lento e monotono, arriva la svolta e Ofelia alla corte di ChiaraLuna ci dà qualche piccola soddisfazione finalmente. Intrighi, sotterfugi, pestaggi e personaggi di ogni genere le faranno tirare fuori gli artigli con classe. Amerete il personaggio di Gaela in questa fase, ne sono certa. Mi piace molto questa parte della trama e ho amato la descrizione di quelle che, nel mondo di ChiaraLuna sono delle pure illusioni. Mentre su Anima gli oggetti e i luoghi sono “vivi” su Polo la situazione sembra ben diversa poiché, da quello che si capisce, sotto la coltre di splendore che gli occhi possono cogliere si nasconde ben altro. Mi ha ricordato un po’ Nietzsche. Sentire il freddo dell’inverno nel bel mezzo di un prato soleggiato, poi, è stato assurdo! Da questo punto in poi la storia si evolve in un crescendo pazzesco che vi lascio leggere in santa pace (perché ho un’etica e le parti più belle non si spoilerano mai!)

In conclusione

Fidanzati dell’Inverno mi è piaciuto molto perché mi ha allietata nelle sere che non avevo da far nulla! Ma in tutta onestà ero sempre più curiosa di capire cosa sarebbe accaduto e dove stesse andando a parare. La lentezza con la quale comincia bilancia bene la velocità con la quale gli eventi accadono verso la fine e la lacunosità dell’ambientazione ha fatto da contrappeso ad una bella, bellissima, scrittura. Questo, secondo me, ne fa un buon libro. Nonostante abbia trovato alcuni espedienti un pochino noiosi e scontati sono saltata su dalla sedia davanti agli imprevisti e questo mi è piaciuto davvero molto! Lo ricomprerei? Certo, per il prezzo che ha è molto bello esteticamente, la copertina è “toccosa” con le scritte in rilievo e la storia ha meritato tutta la mia attenzione. Sarà perché mi ha portata un sacco a riflettere anche sulla psicologia di una storia del genere, una pura storia di fantasia che può raccontare molto della mente dello scrittore. A me, in conclusione, non resta che passare nuovamente davanti alla libreria e prendere il secondo libro, di un bellissimo color ocra! E ovviamente sperare che alcuni “Come!?!” e “Perché ?!” si chiariscano nei prossimi tomi.

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