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Eternal War – Il sangue sul giglio, Acheron Books

Eternal War – Il sangue sul Giglio è il terzo romanzo di Livio Gamberini appartenente alla quadrilogia di Eternal War. Un anno fa e la scorsa settimana abbiamo avuto modo di recensire i capitoli precedenti della serie. Oggi ci dedicheremo al terzo atto, prima del gran finale!

Come i volumi precedenti, anche questo è edito dalla Acheron Books che a breve, il 26 novembre 2020, rilascerà l’ultimo tomo.

Ma andiamo ad osservare gli avvenimenti narrati più da vicino.

Piccolo avvertimento. Nella sinossi è presente qualche microscopico spoiler del libro precedente. Se non avete letto ancora il secondo volume, vi consigliamo di fermare la lettura.

Sinossi di Eternal War – Il sangue sul Giglio

La storia comincia dove si era interrotta nel precedente libro. Il corpo di Beatrice Portinari ancora caldo. Dante Alighieri ai suoi funerali durante i quali dimostra a tutti l’affetto che provava per lei e, sullo sfondo, la sfida tra guelfi bianchi e guelfi neri per il controllo della città. A far cornice a tutto il primo Giubileo della storia, la rinuncia di Papa Celestino V e l’ascesa ai massimi vertici della politica fiorentina da parte dello stesso Dante.

Tra violenze inusitate nelle lande della Materia e dello Spirito, l’ascesa nella storia della Signoria di Firenze comincia a rivelarsi. In lontananza, accanto agli sconvolgimenti nella cristianità, si profilano le figure dei Medici, dei Pazzi e di tutte le famiglie che si sono susseguite al potere nella città culla del Rinascimento.

I colpi di scena non mancheranno. Gli atteggiamenti da voltagabbana neanche, i complotti si susseguono e alcuni proseguiranno nel prossimo volume e, a concludere, un colpo di scena notevole.
Per citare un altro scrittore all’interno della scuderia di Acheron Books:

Quel colpo di scena è così magistrale che avrei voluto averlo io.

Marco Cardone, Italian Way of Cooking

Evoluzione ed involuzione dei personaggi all’interno del libro

Ho accennato, nei precedenti articoli, che quando si scrive una serie di romanzi, è fondamentale l’evoluzione dei personaggi. La fissità nel racconto, come nella vita, non aiuta nessuno. In questo volume, come abbiamo visto nei due capitoli precedenti della saga, i personaggi Guido Cavalcanti e Dante Alighieri decrescono e crescono sempre schiacciati, chi più e chi meno, dai propri patroni: gli Ancestrarchi.

Guido, dopo le vicissitudini che lo avevano portato inizialmente ad “abiurare” il proprio patrono, nella speranza di diventare uno Spirito Libero, comprende quanto sia difficile quella via. A causa della sua testardaggine i suoi rapporti familiari, soprattutto con la moglie, giungono ad un punto critico. La sua opposizione ad Amore, sorta nel secondo libro, lo portano a ripudiare tutto quello in cui aveva creduto, dall’affetto nei confronti di Bice, fino alla fedeltà matrimoniale.
Questo provoca anche un inasprimento nei rapporti con Dante, che da amico sopporta stoicamente molte delle ingiurie e delle parole grosse che il proprio maestro spirituale gli riversa contro.

Questa spirale discendente è molto simile al “mal de vivre”. Quasi una sorta di melanconia che attanaglia il personaggio e che lo porta a soffrire in una maniera quasi atavica, a causa della perdita dei suoi consanguinei, esattamente come ne soffrirebbe un Ancestrarca.

Ma se da una parte vediamo una sorta di involuzione, più che giustificata, nel personaggio di Guido, dall’altra parte abbiamo un innalzamento di Dante Alighieri. Dante infatti, in questo volume, inizia a prendere coscienza di sé. Dalla ricerca di un lavoro presso una bottega speziale, al matrimonio con Gemma Donati, fino all’ingresso nel Consiglio dei Cento.

Dante incarna lo spirito positivo dell’uomo rinascimentale senza esserlo a tutti gli effetti. Paciere negli scontri politici e di fazione, amico sempre fedele nonostante le vicende personali ed infine poeta immortale.

Eternal War - Il sangue sul Giglio

Conclusioni

Quando ho preso tra le mani Eternal War – Il sangue sul Giglio ho subito percepito che qualcosa era cambiato nello scrittore. Già fin dalle prime pagine è possibile percepire un differente genere di narrazione. Per prima cosa l’autore ci propone un riassunto delle famiglie fiorentine coinvolte e i rispettivi Ancestrarchi. Ho apprezzato notevolmente questa gentilezza in perfetto stile G. R. R. Martin, perché, soprattutto nel primo libro, risultava un po’ difficile comprendere cosa gli Ancestrarchi fossero e a chi fossero legati.
Ora tutto è più chiaro.

Per quanto riguarda i fatti storici, in quanto fiorentino, mi sento tirato in campo. Qualche malalingua insinua che io abbia più di seicento anni, senza confermare né smentire posso assicurarvi che i fatti raccontati sono più romanzati che storicamente affidabili. Ed è anche giusto che sia così.
Questa serie di romanzi è un mezzo per chi desidera approfondire la cultura e la storia di quei tempi, mentre chi la conosce meno, potrebbe trovare lo spunto per conoscerla di più.

Il mio cuore di fiorentino ha provato un sussulto quando, tra le pagine del romanzo, ho visto citata la famiglia dei Gianfigliazzi. Certamente usurai e banchieri, come la maggior parte delle famiglie fiorentine, ma è proprio questa ricerca, insieme alla prosa accattivante, che mi ha lasciato un piacevole sapore a fine lettura.

Peccato che non possa raccontarvi il colpo di scena finale!
Posso però invitarvi ad acquistare il libro, che potete trovare a questo link affiliato così da poter sostenere l’autore, Acheron Books e il nostro portale.

Ora non resta che attendere il nuovo volume. Sinceramente non vedo l’ora!

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