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Watchmen the Series 1×09 [Spoiler]

Ho sputato sangue e rabbia, mi son dovuto rileggere ogni settimana praticamente tutto Watchmen per saltarci fuori. Ho passato intere giornate a scavare tra le puntate ogni significato, Reddit sempre aperto nel condividere dubbi e perplessità. Alla fine ce l’ho fatta, sono arrivato in fondo al cosiddetto capolavoro di Lindelof. Esatto, capolavoro di Lindelof: di questo si tratta; non negherò mai di aver visto in Watchmen ciò che vidi, anni fa, in True Detective. Una serie capace, attenta, spesso difficile da affrontare e sicuramente ben fatta.

Watchmen è questo e molto altro: oggi snoccioleremo la puntata finale, See How They Fly, tradotto in italiano in Guarda Come Volano. Come sempre, avviso i lettori che il contenuto sarà pieno di spoiler e, se vi siete persi le puntate scorse, potete trovarle qua:

Puntata 1, Puntata 2, Puntata 3, Puntata 4, Puntata 5, Puntata 6, Puntata 7, Puntata 8, Puntata 9

Adrian Veidt incoronato dalla sua servitù

Successo in Provetta

Ci troviamo all’interno dello studio di registrazione di Veidt, Antartide: un’anonima signora delle pulizie riesce a intrufolarsi nello studio del nostro caro Ozymandias e, hackerando la sua personale banca del seme, diventa madre dell’unica erede di Adrian: Lady Trieu. È proprio la giovane che, anni dopo, si presenta alle porte della base in Antartide di Adrian, facendogli comprendere quanto si stesse sbagliando sul suo non avere eredi. Ed è così che Adrian, sulla Luna di Giove, si lascia salvare dalla figlia che non ha mai saputo di avere.

È un piacere notare le action figures di Adrian, identiche a quelle che troviamo nel fumetto. Altro piacevole dettaglio è dato dal nome utente, Untie Knot, riferimento al Nodo Gordiano, un emblematico simbolo di come Adrian sia riuscito a terminare la situazione spinosa della Guerra Fredda con il gigantesco calamaro. La Password non è cambiata: è sempre Ramses II. Piacevole notare come la dissolvenza del dipinto di Alessandro Magno si traduca nell’inquadratura di Lady Trieu: entrambi conquistatori e wanna-be imperatori del mondo.

Adrian Veidt appare come invecchiato davanti ad una figlia prodigio

Con una rocambolesca fuga dalla sua prigione al suo ottavo anno di permanenza su Europa, difatti, Adrian si dirige fieramente sulla terra. E lo fa in grande stile: fermando una pallottola, ferendo a morte il Guardiacaccia, lasciandolo spirare con la tristezza addosso e, infine, diventando una statua d’oro.

Impossibile non notare come Veidt abbia attuato con il Guardiacaccia la stessa strategia utilizzata con gli Americani e la Russia: la creazione di un nemico che li tenesse occupati affinché non diventassero folli. “Mask makes human cruel” è la sinossi di tutta la serie; come abbiamo visto decine di poliziotti, membri della cavalleria e vigilanti nascondo i loro traumi dietro la maschera per commettere le più brutali nefandezze.

Almost Over

Adrian viene de-pietrificato circa un’ora prima dell’inizio del piano finale di Lady Trieu, così da farci capire quanto questa sia decisamente inferiore ad Adrian in quanto a capacità. I due si scambiano qualche parola, sicuramente non troppo piacevole. Non c’è tempo da perdere: l’orologio scorre velocemente e c’è un Dottor Manhattan da uccidere.

Lady Trieu si prepara a diventare Dio mentre sullo sfondo la Herald Square della serie Watchmen.

La piazza che vediamo successivamente è un chiaro riferimento, ormai, alla Herald Square, la piazza che ci viene presentata nel fumetto svariate volte. L’avevamo già fatto notare, ma perfino l’edicola è simile! Sempre riprendendo il fumetto, “The End is Night” è un riferimento ad una frase celebre di Rorschach (non lo sentivamo da un po’) mentre molte parti del discorso sono legate a scritti di Ramses II. Particolare non da poco: Angela interroga i criminali come Rorschach, ovvero spezzando dita, come vediamo nel fumetto Watchmen.

La squadra di Lady Trieu si appresta a fermare i piani della Cavalleria montando quello che è un gigantesco trasportatore mentre Adrian, appena tornato sulla terra, fa incetta di notizie sul presente. Laurie Blake intanto è ancora dove l’avevamo lasciata, legata ad una sedia in mezzo alla Cavalleria; con lei si presenta il nostro amato Wade Tillman, Looking Glass, appena in tempo per vedere uno stordito Manhattan venir catapultato in mezzo alla gabbia di Litio.

Joe Keene, al di là di una gabbia di litio, schernisce John

Termodinamic Miracle

Il giovane Keene si prodiga quindi in un bellissimo quanto vittimistico discorso sul “bianco che non può più essere bianco” e, sul punto di entrare nella capsula per il trasferimento del potere, viene fermato da un Angela Unchained. Nonostante la logica e le buone intenzioni, proprio come Bugo, non riesce a fermare a Lady Trieu che aveva già capito tutto.

Piacevole vedere come un mucchio di persone cerchi di ascendere a divinità all’interno di una chiesa, simbolo della divinità stessa; piacevole vedere anche il senatore Keene Senior, già visto nel fumetto come mandante della legge anti-vigilante. Le mutande indossate da Joe sono oltretutto uguali a quelle indossate da John durante la guerra del Vietnam, e difatti qualche secondo dopo è lo stesso John ad autocitarsi come nel fumetto con “All we ever see of stars are their old photographs“, “What’s up, are u cold? I can raise the temperature” e tutta la frase sull’Afghanistan. Trovate tutto sul primo volume di Watchmen in inglese; in italiano non sono stati così attenti.

Lady Trieu adora essere temuta e adorata, ma non dalla Cavalleria

La giovane multimiliardaria ha difatti previsto tutto , teletrasportando in massa tutta la Cavalleria al centro della piazzetta già vista innumerevoli volte. Trieu ha vinto, è palese. Un rapido accenno di discorso viene smontato da Jane Crawford e, nel giro di qualche secondo, ci saluta tutta la Cavalleria, polverizzata all’istante.

Time to Go

Approfittando del momento di distrazione di Lady Trieu, Manhattan spedisce Veidt, Blake e Tillman nella base in Antartidedi Veidt, nel tentativo di salvare la situazione. Trieu non l’aveva previsto, ma è comunque troppo determinata per lasciar perdere. Comincia l’operazione per distruggere Manhattan che viene inondato da una colonna di luce e comincia la sua lenta agonia. Era già successo a Laurie Blake di vomitare in seguito ad un teletrasporto (su Marte, nel fumetto); non è strano vederlo succedere a tutti gli altri.

Il Dottor Manhattan muore, terminando di fatto di esistere.

Nel frattanto Veidt comincia il suo piano per fermare la figlia narcisista che ha inconsapevolmente generato: è una corsa contro il tempo che termina, purtroppo, non prima né dopo la morte di John. Le lacrime di Angela scorrono copiose mentre l’energia del supereroe americano vanno assorbite nella centrifuga quantica, successivamente distrutta. Lady Trieu muore e con lei tutto il potere di Manhattan.

La stigmate disegnata sulle mani di Lady Trieu può essere una semplice coincidenza. Certo, non sarebbe strano pensare che si stia apprestando a diventare Cristo, in una lenta trasformazione che la porterà al suo sacrificio. Lascio a voi questa interpretazione.

Good Ending

Angela trova riparo dalla pioggia di calamari surgelati all’interno di un vecchio cinema, paradossalmente lo stesso che abbiamo visto nel primo episodio: qui trova Will e i suoi tre figli. I due si ricongiungono, finalmente, riconoscendosi come nonno e nipote. Tornano a casa come una famiglia unita (forse) e si accingono a dimenticare (impossibile) la giornata appena trascorsa. Poi Angela calpesta un’uovo e, ricordandosi le parole del defunto marito, prova l’impensabile.

DR M, sullo sfondo, sono il tocco di classe che attendavamo. Watchmen ci lascia con l'amaro in bocca.

Piccolo dettaglio: all’uscita della famiglia di Angela il Teatro Dreamland ha illuminate le lettere DR M, acronimo di Dottor Manhattan, mentre il pupazzo stretto tra le mani del figlio maggiore è Bulbastis. Altro dettaglio: finalmente vediamo Archie!

Watchmen si chiude con un cliffhanger, rimanendo una delle migliori serie che io abbia mai visto. Raramente mi sono trovato d’innanzi a tanta capacità, tanto studio dietro ogni singola scena o linea di dialogo: forse con Picard stiamo raggiungendo lo stesso livello, ma è ancora presto per dirlo.

Lascio la parola a voi, cari lettori, che mi avete seguito fin qua. Vi do appuntamento ad una futura – e non tanto improbabile – seconda stagione di Watchmen!

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