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Dylan Dog #399: OGGI SPOSI

DYLAN DOG #399: OGGI SPOSI, del doman non v’è certezza!

Scritto da Roberto Recchioni, disegnato addirittura a dodici mani da Luca Casalanguida, Sergio Gerasi, Nicola Mari, Marco Nizzoli, Corrado Roi e Angelo Stano, OGGI SPOSI è un albo complesso di cui parlare, più per come si racconta che per quel che racconta (seguono ovviamente SPOILER). Vogliamo sempre ricordare che il fumetto italiano in questione è prodotto dalla Sergio Bonelli Editore.

Partiamo dalla parte facile di questo Dylan Dog: i disegni.

Sei artisti per la stessa storia, nonostante siano “monumenti” (vecchi e nuovi) del panorama fumettistico italiano, non sono una cosa facile da gestire. Giustamente ognuno di loro si è ritrovato con la scena a lui più affine e su cui poter esprimere al meglio il proprio linguaggio (Casalanguida esplode nelle sue tavole, letteralmente vista la scena di sparatoria e massacro, mantenendo una chiarezza di lettura stupefacente), ma nonostante la loro maestria è impossibile non avvertire una sorta di effetto “patchwork”, come se le sequenze non fossero coordinate, ma incollate.

Ad una più attenta rilettura, si nota come in realtà l’albo sia ritmato narrativamente ed anche visivamente da questi “pezzetoni”, ma il risultato pare comunque troppo slegato.
Ad onor del vero, da anni nei fumetti americani si usa questa tradizione per i numeri celebrativi (il primo che mi viene in mente è Amazing Spider-Man #800) e quindi l’apprezzare più disegnatori nello stesso numero  suppongo sia un discorso di gusti personali. Vedo quindi il senso di invitare più disegnatori (specie a un matrimonio), ma la cosa non è che mi faccia impazzire.

dylan dog

Veniamo ora al piatto forte e difficilmente digeribile: la trama

Due sono i modi di come potrei parlare di Dylan Dog #399: OGGI SPOSI, considerando solo il singolo albo o nel contesto Ciclo della Meteora. Preferirei esplorare la prima possibilità. Per la seconda, citando un Saggio, “ci sarà tempo, modo e occasione”, magari a Ciclo concluso.
La Meteora sta per impattare con la Terra e per impedire la fine del mondo Dylan DEVE sposarsi, e si sposa con Groucho. Nel mezzo, abbiamo tutta la chiusura delle sottotrame del Sovrintendente e di Hugo Van Heller (chi?), ed è questo il punto debole dell’albo.

Nonostante la bella battaglia nei disegni, nei fatti abbiamo un personaggio che ha passato anni a tessere nell’ombra, che solo in un numero precedente scopriamo essere un vampiro nazista e che, siccome la Meteora è vicina, decide di conquistare Londra perché ora è il momento della vittoria. Mi sembra tutto un po’ frettoloso, per non dire anticlimatico. Van Heller (chi?) lo si introduce con due linee di dialogo e una dida “vedi DYD n°…” per poi liquidarlo in un paio di vignette. Ci sarebbe anche una sorta di ricongiungimento e unione tra Rania e Carpenter, ma bastano una decina di tavole a farci coinvolgere da questi personaggi e i loro tormenti? Quali tormenti, tra l’altro?

Il resto dell’albo, al contrario, crea un vero e proprio climax che giustifica e si esaurisce nel gesto di follia finale, tanto da renderlo l’unico perfettamente logico.

Gli eventi si svolgono in un gigantesco gioco metanarrativo, dove autori e personaggi si prendono in giro e prendono in giro il lettore, tanto che con l’avvicinarsi dell’Apocalisse i protagonisti perdono ogni pudore e si riferiscono a loro stessi esplicitamente come a personaggi in una storia (dico, li avete visti tutti gli invitati?).
La chiave di lettura, o almeno una di esse, viene sbattuta in faccia al lettore come prima cosa, con questa copertina assurda, pazza, che fa ridere perché sembra una presa in giro. Beh, LO È.

Approfittando di questo gioco a carte scoperte con il lettore, Recchioni esplicita nuovamente la sua operazione di decostruzione del personaggio. Se aveste ancora dei dubbi ripensate a John Ghost come suo diretto alter ego: è interessante che il principale villain (quello a cui tutti danno contro, no?) sia anche l’architetto e motore immobile che è riuscito a controllare con precisione infinitesimale gli ultimi avvenimenti nella vita di Dylan, vero? Sembra QUASI che li abbia scritti lui…

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In conclusione, quello che abbiamo è un numero buono, sicuramente un numero speciale, ma che paradossalmente si trova appesantito, rallentato e soffocato dalla mole di ciò che dovrebbe celebrare.
Troppo e troppi eventi, nonostante le numerose pagine, raccontati con fretta schizofrenica.
Il #400 ora è dietro l’angolo, il passato è passato e non ci resta ora che vedere cosa ci sarà nel Futuro dell’Old Boy.

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