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Creatrice di Sicurezze: la Quinta Edizione

Un commento molto personale sull’attuale linea di pensiero globale riguardo i giochi di ruolo: da hack ad ambientazioni, fino a mostri e quant’altro, tutto sembra divenuto Quinta Edizione.

Sfogliavo con noncuranza Kickstarter, noto sito per il lancio di progetti soggetti all’approvazione del pubblico, cercando un qualcosa di cui parlare. Con il Modena Play saltato al prossimo anno ed il Lucca Comics in fase di progettazione per i Campfire occorre lanciarsi su qualcosa di interessante, ed i nuovi progetti sono il piatto principale. Trovai carte per la creazione di personaggi, nuove ambientazioni, raccolte di classi, razze, magie, armi e stili di combattimento, campagne e tanto altro a tema D&D Quinta Edizione.

Sembra difficile in effetti negare che la Quinta Edizione di D&D sia un successo planetario: il materiale creato dagli utenti/creatori è davvero tanto, anzi, tantissimo. Qui potete trovarne un assaggio aggiornato ad oggi e, vi assicuro, la lista aumenta praticamente ogni giorno, considerato Kickstarter una parte del campione che voglio prendere in considerazione.

Il commento che sto per fare è prettamente personale e rientra a tutti gli effetti in quello che io definisco A.A.B.C, ovvero Acido Articolo Bastian Contrario. La Quinta Edizione di D&D ha rotto un po’ le balle.

Spesso la richiesta da parte dei clienti è davvero esasperante
Spesso la richiesta da parte dei clienti è davvero esasperante

Il gioco più Famoso del Mondo è davvero Famoso, quasi Mainstream

Oh no Yari – diranno alcuni – Ora vieni a dirci che D&D Quinta non ti piace? Dopo aver fatto tutti questi articoli?

Assolutamente no. D&D Quinta Edizione, a mio parere, è una manna per D&D e l’ambiente che era D&D in generale prima del suo arrivo. È una buona base di partenza, un calcio d’inizio al gioco che può portare verso ottime direzioni o verso direzioni sbagliatissime. Tra l’altro viene continuamente limato, controllato per portare le possibilità di riuscita negativa al minimo possibile.

Il problema è D&D nelle mani dei Creatori di Contenuti (e non solo). Mi starò probabilmente attirando le ire di tutti i lavoratori indipendenti, dipendenti, creativi e non della storia dell’Editoria Italiana, ma è una cosa innegabile. È terrificantemente più probabile che un progetto (su Kickstarter ma in linea generale un po’ ovunque) abbia successo se abbinato a Quinta Edizione. Il bollino rosso con la scrittina gialla 5E è una sorta di “garanzia di successo”.

E ben venga il successo! Lungi da me augurare la rovina di coloro che tanto si sbattono per garantire il nostro divertimento! Senza di loro, d’altronde, staremo qua ad aspettare l’uscita di Out of Abyss in italiano (che avverrà a breve, se non erro), pertanto ben venga! Ma mentre non posso fare un processo alle intenzioni (nobilissime), posso invece “giudicare” (orribile parola, lo ammetto) la funzionalità di questi, se abbinati alla Quinta Edizione.

Grimhollow non ha colpe, anche se sembra che le abbia. Davvero. Sono serio.

Scrissi un articolo, poco tempo, fa riguardante Grimhollow, questa ambientazione dark piena di cose carine stile Ravenloft ma fatte un po’ meno a – citazione di Boris- e pertanto piacevole. Sia chiaro, era bellino da vedere. È – ancora! – bellino da vedere, ottime illustrazioni, ottimi spunti narrativi, ottima ambientazione logica con sé stessa. Ho visto ambientazioni ufficiali messe peggio, per intenderci, e tenute ben con più riguardo.

Il problema era (ed è, nonostante pareri altrui) la parte tecnica, ovvero dove il gioco andava a parare. Cosa il gioco utilizzava per trasportare il messaggio. Come il gioco si differenziava dagli altri.

Alle volte la Quinta Edizione è l'unica scelta
Alle volte la Quinta Edizione è l’unica scelta

La ciccetta, come si dice qui da me.

E la risposta, spesso e volentieri, era che la mutazione avveniva “attraverso la narrazione”. Che è una risposta che sa un po’ di “Quindi chi ha vinto? Ha vinto lo sport” sotto i litigi su Facebook, se mi permettete. Le regole aggiuntive, le classi aggiuntive, i mostri aggiuntivi, mi modificavano il prodotto di base in qualcosa di interessante ma non funzionale a quello che dovevo fare. E Grimhollow (che è stato pescato dal mucchio) è solo uno degli innumerevoli progetti così., purtroppo.

Perché, sia chiaro, posso aggiungere candele al motore di una macchina, ma se voglio andare in bicicletta del motore me ne faccio poco. E temo che molti creatori di contenuti siano caduti nella trappola del Successo da D&D Quinta Edizione. Ma non è colpa dei creatori di contenuti, almeno non solo.

E la colpa è della società che…

Che se la risposta fosse così semplice a quest’ora sarei Ministro. Il consumatore “chiede” centinaia di manuali di Quinta Edizione e progetti indie fanno una fatica dell’ostia a saltare fuori. Il Creatore di Contenuti sviluppa le ambientazioni in Quinta Edizione ed al consumatore rimane poco da trovare che non sia quello. È un cane che si morde la coda, pertanto diventa difficile dare la colpa a qualcuno perché, in effetti, la colpa non è di nessuno.

È un gusto, inequivocabile e non giudicabile, ma soggettivo e pertanto libero in quanto tale. Insomma, ha vinto lo sport anche questa volta.

Ma non vorrei, diciamo così, guardarmi indietro una volta giunto a saturazione del Mercato (perché, andiamo, presto o tardi non avremo più spazio in casa per i manuali) e vedere dietro una sfilza di buone idee gettate dentro il pentolone della Quinta.

Perché questo è il rischio, visto or ora: migliaia di idee infilate a forza in un sistema base non adatto, poco funzionale, ma di fatto ottime idee.

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