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Codex Venator: Rodrigo Lurani

Anche a distanza di tempo, per Rodrigo era difficile comprendere il momento in cui aveva realizzato di amare Ivana. Alcuni sentimenti avevano bisogno di tempo, e crescevano giorno dopo giorno. Sapeva una sola cosa con certezza: lei aveva svegliato qualcosa dentro di lui. Un sorriso amaro si dipinse sul volto del guerriero mentre riponeva la sua arma, tornando a fissare l’orizzonte. Controllando  di non essere osservato, Rodrigo corse con il palmo della mano al luogo in cui si nascondeva il pugnale. Lui e Ivana avevano sempre una lama, celata allo sguardo, fin dalla notte in cui lei gli aveva rivelato la sua missione.

La luna splendeva alta nel cielo, illuminando l’immenso Palazzo Lurani.  ̶N̶e̶l̶l̶e̶ ̶s̶u̶e̶ ̶s̶t̶a̶n̶z̶e̶,̶ ̶R̶o̶d̶r̶i̶g̶o̶ ̶L̶u̶r̶a̶n̶i̶ ̶s̶i̶ ̶t̶r̶o̶v̶a̶v̶a̶ ̶i̶m̶p̶o̶s̶s̶i̶b̶i̶l̶i̶t̶a̶t̶o̶ ̶a̶ ̶m̶u̶o̶v̶e̶r̶e̶ ̶u̶n̶ ̶m̶u̶s̶c̶o̶l̶o̶.̶ ̶E̶r̶a̶ ̶s̶t̶a̶t̶o̶ ̶s̶v̶e̶g̶l̶i̶a̶t̶o̶ ̶n̶e̶l̶ ̶c̶u̶o̶r̶e̶ ̶d̶e̶l̶l̶a̶ ̶n̶o̶t̶t̶e̶ ̶d̶a̶l̶l’arrivo ̶d̶i̶ ̶I̶v̶a̶n̶a̶ ̶c̶h̶e̶,̶ ̶c̶o̶n̶ ̶p̶o̶c̶h̶i̶ ̶e̶ ̶s̶e̶m̶p̶l̶i̶c̶i̶ ̶o̶r̶d̶i̶n̶i̶,̶ ̶l̶o̶ ̶a̶v̶e̶v̶a̶ ̶i̶m̶m̶o̶b̶i̶l̶i̶z̶z̶a̶t̶o̶.̶ ̶I̶l̶ ̶s̶i̶g̶i̶l̶l̶o̶ ̶m̶a̶g̶i̶c̶o̶ ̶n̶e̶l̶l̶’̶o̶c̶c̶h̶i̶o̶ ̶s̶i̶n̶i̶s̶t̶r̶o̶ ̶l̶o̶ ̶v̶i̶n̶c̶o̶l̶a̶v̶a̶ ̶a̶d̶ ̶e̶s̶e̶g̶u̶i̶r̶e̶ ̶l̶a̶ ̶v̶o̶l̶o̶n̶t̶à̶ ̶d̶e̶l̶l̶a̶ ̶g̶i̶o̶v̶a̶n̶e̶ ̶d̶a̶m̶a̶ ̶c̶h̶e̶,̶ ̶n̶o̶n̶o̶s̶t̶a̶n̶t̶e̶ ̶f̶o̶s̶s̶e̶ ̶s̶t̶a̶t̶a̶ ̶r̶i̶c̶h̶i̶e̶s̶t̶a̶ ̶c̶o̶m̶e̶ ̶s̶e̶r̶v̶i̶t̶r̶i̶c̶e̶ ̶d̶a̶g̶l̶i̶ ̶O̶d̶e̶s̶c̶a̶l̶c̶h̶i̶,̶ ̶a̶v̶e̶v̶a̶ ̶a̶n̶c̶o̶r̶a̶ ̶s̶a̶n̶g̶u̶e̶ ̶L̶u̶r̶a̶n̶i̶.̶ ̶

Rodrigo Lurani si trovava impossibilitato a muovere un muscolo, seduto su un letto che non era il suo. Si era recato nel cuore della notte nelle stanze di Ivana che, con pochi e semplici ordini, lo aveva reso impotente. Il sigillo magico lo vincolava ad eseguire la volontà della giovane che, sebbene fosse appena appena stata liberata dal giogo degli Odescalchi, aveva ancora sangue Lurani.

Spavaldo e incurante di essere arrivato alla fine dei suoi giorni, Rodrigo scelse di accettare le circostanze, senza rinunciare all’orgoglio neanche di fronte alla propria (probabile) morte.
̶I̶v̶a̶n̶a̶ ̶c̶o̶m̶i̶n̶c̶i̶ò̶ ̶a̶ ̶p̶a̶r̶l̶a̶r̶e̶,̶ ̶illustrando̶g̶l̶i̶ ̶i̶ ̶m̶o̶t̶i̶v̶i̶ ̶d̶e̶l̶l̶a̶ ̶s̶u̶a̶ ̶p̶r̶e̶s̶e̶n̶z̶a̶.

Ivana lo interrogò, domandandogli quale motivo lo conducesse nelle sue stanze private a quell’ora. Quando il giovane Lurani le disse di essere lì per farle un dono, Ivana apparve visibilmente perplessa. Zittì il giovane con un gesto e cominciò a parlare.

Rodrigo ascoltò stoicamente le parole della Cacciatrice, che gli annunciavano la sua imminente morte. Nessuno dei due si mostrò sorpreso o dispiaciuto. La Famiglia Lurani era molto chiara sugli scrupoli di coscienza. Se non altro, prima di ucciderlo, Ivana aveva ritenuto che potesse sapere la verità.

Quello che seguì non sorprese Rodrigo tanto per la gravità della notizia, ovviamente, ma per il modo in cui la giovane donna decise di affrontare la verità. Il Conte Odescalchi voleva Rodrigo “su un piatto d’argento”, e lei aveva in programma di dargli quanto desiderava. Aveva pianificato nei minimi dettagli di introdursi negli alloggi di Rodrigo,come aveva appena fatto, ucciderlo e offrirlo in una deliziosa cenetta al Signore degli Odescalchi. Si sarebbe occupata lei di tutto, dall’omicidio alla preparazione del piatto. Ovviamente il guerriero non si sarebbe potuto difendere, poichè il sigillo gli imponeva l’obbedienza, e comunque sia… nessuno dei Lurani avrebbe sentito la sua mancanza.
Rodrigo non fiatò per tutta la durata del macabro racconto. Aveva in cuor suo accettato la sua fine? Nessuno ebbe il tempo di scoprirlo. Lo sguardo del guerriero non espresse mai paura o dispiacere per la propria sorte, semmai il rammarico di non aver potuto vivere con lei.

Gli occhi della Cacciatrice rimasero gelidi mentre la luce nello sguardo di Rodrigo si spegneva. Un singolo colpo, preciso e ben mirato, mise fine alla vita del reietto Lurani. Ciò che seguì richiese abiti diversi, meno eleganti ed aggraziati, e coltelli di diversa fattura. Mai una volta la mano di Ivana tentennò mentre macellava il corpo dell’uomo. Mai il suo volto tradì dubbio o disgusto mentre sceglieva e preparava con cura le pietanze per Gianmaria Odescalchi. Nessuno sentì la mancanza di Rodrigo e, sicuramente, nessuno vide mai piangere Ivana.

La confusione di Rodrigo diventò evidente quando domandò perché Ivana gli stesse raccontando quelle cose, dal momento che gli Odescalchi appartenevano ufficialmente al passato. Lei si avvicinò a lui, lo sguardo serio e freddo, e allungò un indice, alzandogli il mento fino a fargli incontrare i suoi occhi. Gli spiegò quanto fosse stato fortunato, perché senza un intervento esterno, sarebbe già stato ucciso.
Nel momento in cui Ivana gli concesse di muoversi nuovamente, Rodrigo seppe di non essersi sbagliato. Quando lei gli chiese se fosse ancora intenzionato a farle un dono, dopo quello che gli aveva rivelato, Rodrigo la strinse a sé e la baciò.

Quella notte le regalò un pugnale. Una lama pregiata che aveva come stemma due spade incrociate, che formavano una terza arma nascosta. Da quella notte in avanti, entrambi avrebbero portato il loro segreto sempre con loro, celato alla vista di terzi.

Una violenta fitta alla testa riportò Rodrigo alla realtà. Ritornare con la memoria a quell’evento aveva sempre effetti bizzarri sui coniugi Lurani. Ricordi confusi, probabilmente non suoi, si mischiavano spesso e volentieri al parlare del pugnale. Straordinaria Realtà, probabilmente, o forse qualcosa di diverso?

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