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Billy Porter, la Fata Madrina e l’odio per le fiabe re-immaginate

Perché non ha senso gridare contro il politicamente corretto nei commenti a Billy Porter nei panni della Fata Madrina nel musical su Cenerentola?

Se non si fosse capito dal testo introduttivo, vediamo di iniziare questo articolo mettendo subito le cose in chiaro.
No, questo non è un articolo indignato per il fatto che Billy Porter interpreti il ruolo della Fata Madrina nel nuovo film musical ispirato a Cenerentola. No, non grideremo alla “dittatura del politicamente corretto”.
In questo articolo vedremo un po’ come e perché Billy Porter rivesta i panni della Fata Madrina in Cinderella, e perché le reazioni scomposte di molta gente italiana siano ridicole quando va bene, e omofobiche quando va male.
Se volete conoscere l’accezione con cui usiamo il termine “politicamente corretto”, potete consultare questo articolo. Se volete sapere cosa pensiamo dell’isteria giornalistica sulla “dittatura del politicamente corretto”, potete vedere questo articolo.

Chi è Billy Porter?

Billy Porter è un attore statunitense afroamericano.
Nella sua carriera, ha vinto un Tony Award (Miglior attore in un musical), un Grammy Award (Miglior album di musical teatrale) e un Primetime Emmy Award (Miglior attore in una serie drammatica). Ha recitato in opere teatrali a Broadway come Kinky Boots e in serie televisive come Pose.
Porter è anche ben noto per il suo vestiario elegantissimo e che rompe gli stereotipi e i ruoli di genere. Infatti, l’attore indossa spesso gonne e abiti tradizionalmente femminili agli eventi di gala, oltre a completi artistici di grande impatto. A questo link potrete vedere una galleria dei suoi outfit migliori. In generale, Billy Porter ritiene il proprio vestiario una dichiarazione sia artistica, sia politica.

Billy Porter è anche noto per essere il primo attore nero e gay a vincere un Primetime Emmy ed è molto attivo nel campo dei diritti civili e dell’antirazzismo. Negli scorsi giorni, Porter ha anche rivelato di essere positivo all’HIV, raccontando come l’ambiente omofobo in cui è cresciuto, proprio durante gli anni della diffusione dell’HIV (percepita da molti come la punizione divina per l’omosessualità), lo avesse portato a nascondere la propria malattia, per paura dello stigma.

La copertina Twitter di Billy Porter, con alcuni dei suoi outfit
La copertina Twitter di Billy Porter, con alcuni dei suoi outfit

In che film Billy Porter interpreterà la Fata Madrina?

Billy Porter fa parte del cast di Cinderella, un film di genere musical che uscirà nel 2021.
Cinderella è diretto dalla regista Kay Cannon, che ha già diretto altre commedie musical, come Pitch Perfect. Il film è prodotto dalla Columbia Pictures e sarà distribuito su Prime Video questo settembre.

Il suo cast è molto variegato ed è composto tanto da debuttanti, come l’interprete di Cenerentola, Camila Cabello, quanto da nomi famosi. Vediamo infatti Idina Menzel (la voce di Elsa in Frozen) nei panni della Matrigna, Pierce Brosnan (interprete di James Bond dal 1995 al 2002) nei panni del Re e, ovviamente, Billy Porter nei panni della Fata Madrina.
Una menzione d’onore va anche allo stand up comedian John Mulaney e al comico James Corden, nei panni dei due topini che verranno trasformati nei lacchè di Cenerentola.

Non sappiamo moltissimo sulla trama di Cinderella. Da quel che si dice, riprenderà la fiaba classica di Perrault e quindi avrà la trama di, sostanzialmente, qualsiasi altro film su Cenerentola. La cosa interessante, però, è che sarà un musical.

Cosa ha detto Billy Porter sul personaggio di Fab G?

In un’intervista a CBS News, Billy Porter ha detto alcune parole sul ruolo che interpreterà in Cinderella, ossia Fab G. Se volete, potrete vedere questo spezzone qui.
Intanto, vi riporto le parole di Porter:

You know, it hit me when I was on set last week, how profound it is that I am playing the Fairy Godmother — they call it the Fab G.
Magic has no gender.
We are presenting this character as genderless — at least that’s how I’m playing it. And it’s really powerful.
You know, this is a classic — this is a classic fairy tale for a new generation. I think that the new generation is really ready. You know the kids are ready, it’s the grownups that are slowing stuff down.

Sapete, ho realizzato la scorsa settimana mentre ero sul set quanto sia profondo il fatto che io stia interpretando la Fata Madrina – la chiamano Fab G.
La magia non ha genere.
Stiamo presentando un personaggio senza genere – o almeno è così che io lo sto interpretando. Ed è una cosa molto potente.
Sapete, questo è un classico – questa è una fiaba classica per una nuova generazione. Penso che la nuova generazione sia davvero pronta. So che i ragazzi/le ragazze sono pronti/e, sono gli adulti che rallentano le cose.

Il ruolo del Fairy Godparent

Quindi, in Cinderella Billy Porter sarà nel ruolo della Fata Madrina, dando però una re-interpretazione del personaggio, rendendolo quindi privo di genere. In inglese, infatti, il ruolo viene chiamato Fairy Godparent, che è praticamente impossibile da tradurre in italiano mantenendo la totale neutralità di genere che ha in originale.
Sembrerebbe che Porter e la produzione del film si concentrino più sull’idea della Fata Madrina come una forza magica benigna, quindi non legata al concetto di Madrina o di Padrino in sé, bensì a un più generico aiuto magico sul quale si può contare.

Il tweet con cui Billy Porter ha mostrato il personaggio di Fab G,
Il tweet con cui Billy Porter ha mostrato il personaggio di Fab G,

Perché è importante re-immaginare queste storie?

Onestamente, il fatto che Billy Porter interpreti una rivisitazione della Fata Madrina in una rivisitazione di Cenerentola non è una cosa così fuori dal mondo. Né è un gesto estremamente rivoluzionario, che cambierà per sempre la storia del cinema.
Sicuramente, però, sarà un gesto che avrà una grande importanza per molte persone queer. Specialmente per quelle che sono affezionate alla storia di Cenerentola, e vorrebbero poterla vedere in salsa un po’ meno bianca e un po’ meno etero.
E perché tutto ciò sarebbe importante?

La rappresentazione nei media: le parole di Junot Díaz

Ebbene, perché vedersi rappresentati nei media e nelle storie che raccontiamo è importante per le persone. Junot Díaz scrive:

There’s this idea that monsters don’t have reflections in a mirror. And what I’ve always thought isn’t that monsters don’t have reflections in a mirror. It’s that if you want to make a human being into a monster, deny them, at the cultural level, any reflection of themselves.

C’è questa idea secondo cui i mostri non si riflettono negli specchi. E ciò che ho sempre pensato non è che i mostri non si riflettano negli specchi. È che se vuoi rendere un essere umano un mostro, devi negare a questa persona, a livello culturale, qualsiasi riflesso di sé stessa.

E sì, avere una letteratura e una cinematografia per l’infanzia che racconta perlopiù le storie di persone bianche ed etero contribuisce a far sentire chiunque sia diverso un mostro. Se volete saperne di più, c’è un ottimo video di Alex Grisafi che ne parla a questo link.

La re-immaginazione di fiabe e storie

La re-immaginazione delle storie classiche è tutto fuorché un fenomeno nuovo. L’Odissea è una rielaborazione di storie orali. L’Eneide è una rielaborazione in chiave romana imperiale dell’Odissea. La Commedia dantesca è una rielaborazione di altre storie sui viaggi nell’aldilà e riprendere e rivisita l’eredità classica.
La nostra storia è piena di opere trasformative, sebbene il nostro rapporto con questo fenomeno sia sensibilmente cambiato con l’introduzione del concetto di copyright, come si vede nel caso delle fanfiction.

E che dire delle altre re-interpretazioni di Cenerentola?

E così come la Disney ha re-immaginato la storia di Cenerentola nel suo film animato del 1950, per poi re-immaginarlo di nuovo nel live-action del 2015, similmente ci sono state tantissime altre trasposizioni e re-interpretazioni di Cenerentola. Questo articolo di EW vi darà già una lista di 10 trasposizioni cinematografiche di Cenerentola, che spaziano tra il 1914 e il 2015.
E sì, tra di esse non manca nemmeno quella in cui Cenerentola è una ragazza nera! Stiamo ovviamente parlando di Rodgers & Hammerstein’s Cinderella, del 1997, in cui la Fata Madrina era interpretata da Whitney Houston e la madre del principe non era altri che Whoopi Goldberg.

E se vogliamo parlare di film su Cenerentola che rimpiazzano la Fata Madrina, vogliamo parlare di Ever After (in italiano La leggenda di un amore – Cinderella), del 1998? Ever After è la mia trasposizione cinematografica preferita della storia di Cenerentola, anche perché ci presenta una Cenerentola sveglia e piena di iniziativa. Ah, e che sostituisce la Fata Madrina con la figura di Leonardo Da Vinci.
Ever After era un film molto progressista per l’epoca. Ma se la sua stessa storia fosse stata riproposta oggi saremmo qui a sentire la gente che frigna perché “hanno reso Cenerentola femminista in modo forzato!”.
Per chi si volesse recuperare Cinderella (1997) ed Ever After, li potete trovare entrambi su Disney +.

Quando il mondo è così pieno di re-immaginazioni della storia di Cenerentola, forse dovremmo veramente calmarci, quando parliamo di Cinderella (2021).

Quando la Fata Madrina non è una donna: Leonardo Da Vinci in Ever After
Quando la Fata Madrina non è una donna: Leonardo Da Vinci in Ever After

La vergogna dei commenti della community italiana

Ma, come spesso accade, anche questa volta il pubblico italiano ha dato il peggio di sé, quando è stata diffusa la prima foto di Billy Porter nei panni di Fab G.
Commentatori e commentatrici hanno sfogato la loro indignazione nelle pagine Facebook di giornali, siti di informazione e figure pubbliche.

Non starò qui a riportarvi le infinite battute sul fatto che la Fab G di Billy Porter ora abbia due bacchette o una bacchetta più grossa. Onestamente, sono di pessimo gusto e non capisco perché tutti siano così pronti a pensare subito al pene delle persone, anche quando poi gridano subito allo scandalo del politicamente corretto.
Quindi passiamo oltre.

Il temibile “politicamente corretto” che “ci rovina le fiabe”

Infatti, purtroppo l’internet è pieno di commenti che evocano lo spettro apocalittico della “dittatura del politicamente corretto”. Alcuni riescono persino a inserire nel discorso la “cancel culture”, paventando tra le righe la cancellazione dei bianchi nei media.
Altri ancora temono, più o meno ironicamente, che qualcuno verrà a bruciare le loro cassette con il film animato della Disney, prendendo quindi quella versione come il vero originale dal quale il “politicamente corretto” starebbe sgarrando, ignorando quindi che la favola non è stata inventata da Walt Disney.

1) Per fortuna ho tutti i dvd dei classici Disney da tramandare alla mia eventuale prole… Sempre che non vengano a confiscarmeli per bruciarli in piazza  ‍♀️ ‍♀️
2) In nome del politicamente corretto è necessario gettare diarrea su tutto per forza?
3) È sicuramente più fuorviante questo dell’originale. Questa cosa del genere sta sfuggendo di mano, sono patetici, ridicoli, bigotti e coglioni.
4) Sto politically correct sta degenerando un un cultural deletion, si sta depredando la cultura della sua originalità e della sua profonda morale per fare i moralisti primi di senno
5) In questo caso sono d’accordo questo stravolgere tutto per fare del buonismo (in questo caso insensato) ha un po’ nauseato. E Dumbo, e poi la Sirenetta e Biancaneve con il suo bacio rubato e adesso Cenerentola. Ma basta che più che combattere il razzismo è diventata una barzelletta!!!!!!!
6) Benvenuti nello scempio culturale del pensiero unico.. Chi non si omologherà fuori dalla società

“Neri e gay non hanno posto nelle fiabe”, secondo alcuni

Più in generale, sembra che in molti e molte abbiano dei problemi con l’inserimento di attori e attrici non bianchi in storie che, nelle loro multiformi rielaborazioni, possono tranquillamente essere interpretate da chiunque.
E invece, la scelta di Billy Porter come attore è diventata, per alcuni, “ostentazione”. E, secondo altri, non sarebbe adatta ai bambini.

1) Comunque hanno rotto con questa storia che devono mettere gay e neri da tutte le parti per recuperare il passato,secondo me é un offesa doppia,perché in certe storie tipo questa un gay non c’entra niente!
2) Questo ostentare così tanto fa venire la nausea. Basta con questo “politicamente corretto”. Corretto per chi? Io la fata la voglio vecchietta, bassa e grassotta per esempio. Questo per forza dover distinguere e sopratutto volersi distinguere. Ma da chi poi? Bha.
3) basta!nn vedo il motivo!sn favole!ma lasciatele stare!
4) Quindi mi state dicendo che dovremmo far vedere questa roba ai bambini?
5) Non è normale non si può stravolgere il passato…

E si arriva anche al linguaggio dell’odio

Infine, vediamo anche del vero e proprio hate speech.
Perché si sa: non ci dobbiamo far mancare nulla!

1) Cioè che uno si aspetta una fatina buona e gli arriva un travestito dalla tangenziale? Deludente devo ammettere.
2) No..siamo in tanti…non so dove andremo a finire…Un mondo cambiato radicalmente…e non e’ finita…La ciliegina sara’ quando verra’ legalizzata la pedofilia…come altro orientamento sessuale…Allora meglio buttare l’atomica e far finire questo abominio tutto d’un colpo!!!

Camila Cabello nei panni di Cenerentola in Cinderella (2021)
Camila Cabello nei panni di Cenerentola in Cinderella (2021)

Due parole conclusive su Billy Porter nel ruolo di Fab G

Per quel che mi riguarda, Billy Porter nei panni di Fab G è bellissimo. È la Fata Madrina che avrei voluto nella mia infanzia.
Più invecchio vado avanti, più mi rendo conto di quanto sarebbe stato importante per me avere una figura di riferimento così evidentemente non eteronormata nella mia vita, sia nei media che consumavo, sia nelle persone che frequentavo.
Fab G sarà, per fortuna, questa figura per molte persone queer. Ed è una cosa bella.

In merito ai commenti visti sopra, mi limiterò a citare Sasha Velour, una drag queen non binaria (dal minuto 4.19 di questo video):

Some of the most homophoc voices are afraid of gender fluidity, because they’re scared of what it might mean for their identity.
I’m not scared of what dressing like any which way means for my identity, ’cause I know that it’s possible to contain multitudes.
I hope that they put on the lipstick that they’re afraid of wearing and feel beautiful. ‘Cause it’s a life changing experience.

Alcune delle voci più omofobiche sono spaventati dalla fluidità di genere, perché hanno paura di ciò che potrebbe significare per la loro identità.
Io non sono spaventata di come il modo in cui mi vesto influisca sulla mia identità, perché so che è possibile contenere multitudini.
Spero che queste persone si metteranno il rossetto di cui hanno paura e che si sentano bellissime. Perché è un’esperienza che ti cambia la vita.

8 Comments

  • sergio maria bianchi
    Posted 24 Maggio 2021 at 8:29

    Articolo ricco di spunti. Concordo sul fatto che le fiabe possano essere re-immaginate e che non ci sia nulla di male nel fatto che vengano interpretate da etnie diverse dalla versione “ortodossa”.

    Però dal punto di vista pedagogico è decisamente un errore. Una fiaba proprio perché frutto della creatività di un artista fa parte del mondo delle idee e delle possibilità.

    Chiunque può immedesimarsi nel personaggio raccontato dalla fiaba. Si chiama capacità di immaginazione. Pensare che un personaggio abbia più valore se è della stessa etnia di chi lo legge è semplicemente è inutile e anche deleterio. Se quello che tu dici fosse giusto allora dovremmo sempre personalizzare il racconto sulla base della nostra etnia, religione, morfologia e creare versioni diverse di ogni fiaba per compiacere alle nostre origini. E questo sarebbe esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare un’opera d’arte, che dovrebbe spingerci a fare un salto e creare un nostro posto magico dove tutto è possibile. Tutto quello che non esiste nel mondo della storia siamo noi a crearlo, bello no?

    Tra l’altro ogni etnia ha i suoi miti e le sue leggende, più o meno radicati nel passato. Perché dovrei cambiare cambiare l’etnia di Aladino e farlo diventare un Italiano nato a Napoli nel 1974? C’è bisogno che lo veda scritto dall’autore per immaginarmi nei suoi panni compiere le sue stesse gesta?

    Quindi per me è si un’operazione lecita affidare ruoli a chicchessia non ha nessuna importanza e i bifolchi che dicono quelle scemenze sono semplicemente bifolchi e col tuo ragionamento non fai che alimentare le loro paranoie ponendo l’accento su un valore che l’opera d’arte non ha, non è il suo linguaggio. Il film è un’opera dell’ingegno umano, è arte e va vista sotto questa prospettiva e va fruito sotto questa prospettiva. I film non sono la realtà e da un certo punto di vista posso essere ancora più educativi rispetto a un libro perché rappresentano già in modo più definito la visione dell’artista perché danno un volto, un colore e delle sfumature precise ai personaggi e ai luoghi e quindi in teoria ci costringono a fare un ulteriore passo per raggiungere il nostro mondo delle idee.

    I film come i romanzi non sono delle tribune politiche, sono luoghi dove non ci sono confini, né etnie e pensare che possano o debbano modificare la realtà è presunzione e svilimento della materia stessa di cui sono fatti. Che è superiore alle nostre beghe e alle nostre fobie.

    Ben venga un bravissimo Denzel Washington o un Morgan Freeman o un Jamie Foxx a interpretare perfino un personaggio femminile, ma non per i motivi che dici tu, che sono una gabbia per la mente e non hanno nulla a che fare con l’arte.

    • Post Author
      Gloria Comandini
      Posted 24 Maggio 2021 at 8:49

      Sono state letteralmente citate le fonti che spiegano l’importanza della rappresentazione nei media. Il video suo YT che ho linkato nell’articolo contiene bibliografia utile sull’argomento. Consiglio di approfondire con le letture consigliate.

    • James C.
      Posted 2 Luglio 2021 at 18:33

      Sergio Bianchi,

      I think missed an important point retarding ethnicity. This quote certainly opened my eyes about how one might feel with little commonality in the characters one sees.

      “There’s this idea that monsters don’t have reflections in a mirror. And what I’ve always thought isn’t that monsters don’t have reflections in a mirror. It’s that if you want to make a human being into a monster, deny them, at the cultural level, any reflection of themselves.”
      Junot Diaz

      While it is entirely possible to go overboard, as major networks have done in recent history, e.g.(one most often sees a white woman with a black husband or boyfriend in almost every advertisement), I remember in the 60s when it was out of the question to have a black person in a position or authority on television and certainly not until Lieutenant Uhura, was presented as third in command of a Federation star ship on Star Trek. When black people emerged in television shows they were servants, ghetto dwellers or black children who lived with white families. Try going to a restaurant with all black people or a black church and see how “normal” you feel. Whether it be gender identity or race, does not matter. To feel different from everyone in any environment and isolated and not accepted is not a good thing.

  • sergio maria bianchi
    Posted 24 Maggio 2021 at 11:58

    A te invece consiglio di guardare all’arte con gli occhi di un fanciullo senza mortificarla continuamente con considerazioni fuori contesto sull’identità di genere e le discriminazioni razziali. Se esci fuori a fare una passeggiata vedrai che non c’è una guerra continua tra generi sessuali e persone di etnie diverse. Gli imbecilli omofobi e razzisti sono una minoranza fortunatamente.

    • Post Author
      Gloria Comandini
      Posted 25 Maggio 2021 at 9:30

      La supponenza con cui ti rivolgi a me parla da sola, temo.

  • James c.
    Posted 2 Luglio 2021 at 18:16

    I entered your article with curiosity feeling undecided about the role that Billy Porter plays. I also have to admit, I was not terribly thrilled about the Godmother having no gender. I had seen Billy Porter on Broadway in Kinky Boots and loved every minute of his performance. I am a traditionalist and I am also a purist when it comes to consumption. I leaned a great deal reading this article which was so inclusive in so many ways. I did not expect to gain so much perspective. It is well written, well thought out, well organized and delivers a great deal of education for people like me who are not very familiar with the topics. This article gave me a lot to think about. And while I can’t quite grasp the concept of “genderless” or why anyone wants to portray or be genderless, I know a lot more now about sexual identity (A matter of semantics: I think gender is determined at birth but that people may have many different sexual identities). The quote by Junot Diaz was eye opening as was all the perspectives your provide.

  • Jeanne Q Public
    Posted 3 Agosto 2021 at 1:44

    Political correctness running amuck and our children (and generations to come) will pay the price in the long run. We’re opening the doors WIDE to behaviors, situations, mindsets, etc. that we know in our hearts and souls Are wrong, but couldn’t seem to care less, as long as we get our misguided ways. Our societies are imploding before our very eyes, we refuse to see the Truth as it stands before us DAILY, and for that America and the World will pay some very heavy and perhaps deadly prices. We can’t say we weren’t Warned.

    • Post Author
      Gloria Comandini
      Posted 9 Agosto 2021 at 9:01

      If the price is a better and more accepting world, then… good?

I commenti sono chiusi.

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