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Angelo Custode o Demone – A modo suo è sempre un guardiano?

Oggi andremo ad affrontare la figura dell’Angelo Custode. Questa è l’incarnazione del concetto stesso di dare e accudire, la forma di tutela degli altri. Nei casi più estremi può arrivare addirittura al sacrificio di se stessi a difesa di un ideale, non importa se individuale o collettivo.

Fino a che punto la protezione diviene a sua volta una minaccia da cui difendersi? E qual è la differenza che intercorre tra l’essere il sacrificio eroico e il martirio? Come si rispecchiano questi aspetti nella figura dell’Angelo e quando diventa esso stesso un Demone?

 Rommel Pascual, 2012

Approfondimento sulla figura angelica

L’Angelo Custode incarna quindi l’amore disinteressato che agisce senza chiedere nulla in cambio. Può addirittura arrivare a diventare martire per quello che ha deciso valga la pena essere protetto. È inoltre la parte che bada, protegge e accudisce il nostro lato bambino. Sia quando il mondo lo ferisce o quando il dolore che abbiamo al nostro interno, derivante dalla perdita dell’innocenza, ci porta ad avere comportamenti autodistruttivi.

In combinazione con il Guerriero, l’Angelo Custode aiuta l’individuo a lottare contro il rischio di finire prigioniero delle dipendenze. Unisce quindi la parte più razionale e aggressiva a quella più difensiva. Entrambi aiutano a non cercare di colmare quel vuoto interiore, derivante dall’angoscia che si affronta durante il proprio Viaggio personale, attingendo ai vizi del mondo materiale. È un po’ come prendersi cura di un giardino. Questa richiede allo stesso tempo sia di strappare le erbacce ma anche di badare alle piante che stanno per mettere i primi boccioli. E la metafora del giardino non si limita solo allo stato interiore, ma anche al mondo esterno. Se il Sovrano vede nel suo Regno potenziali da sbloccare, è compito dell’Angelo Custode fare sì che questo avvenga. In un clima sereno e fertile, senza prevaricare sugli altri per forzarli a crescere.

Aleksander Karcz, 2019

Il fine ultimo dell’Angelo Custode consiste nell’imparare l’arte dell’equilibrio tra il prendersi cura del proprio io e l’attenzione verso il prossimo. Con il tempo, se adeguatamente sviluppato, insegna a riflettersi negli altri evitando quindi di causare dolore nel mondo. Del resto ogni altro essere vivente prova le stesse emozioni che proviamo noi e può essere ferito tanto quanto lo siamo noi, ma non è detto che abbia avuto la possibilità di imparare da quel dolore.

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Lati d’ombra

Il lato ombra dell’Angelo Custode si manifesta quando l’individuo si prende cura degli altri senza aver sviluppato una vera indipendenza e identità. Finisce così non tanto a cercare di essere un supporto per l’altra persona, ma a vedere in essa una forma di salvezza o di realizzazione. L’altro non è il fine ultimo, ma il mezzo per sentirsi vivi.

Per comprendere meglio questo passaggio consiglio la lettura del fumetto “Il volo degli angeli” in cui potete trovare una figura molto forte riguardante l’Angelo Custode.

Un altro lato negativo di questo archetipo si manifesta quando prende le sembianze di una vera e propria figura Soffocatrice. È incapace di rompere il rapporto con chi ama ed è ossessionata dall’idea di perderlo fino ad arrivare a gesti estremi.
L’infermiera protagonista di “Misery non deve morire” è un buon esempio di questa Ombra. Tiene infatti imprigionato lo scrittore dei suoi romanzi preferiti, dopo averlo soccorso e salvato dopo un incidente automobilistico. È così preoccupata dalla morte della protagonista dei romanzi preferiti che elargisce al contempo amorevoli cure e maltrattamenti. Lo scopo? Fargli riscrivere il finale dell’ultimo libro.

Esiste un altro livello di questo tipo di relazione, quando chi accudisce proietta costantemente i propri desideri irrealizzati. Oppure quando si occupa a tal punto all’altro da costruire una simbolica gabbia di idee e regole atte a impedire che questi possa soffrire. Il risultato finale, va da sé, è completamente l’opposto.

Angelo Custode nella letteratura

Una buona narrativa di riferimento può sicuramente essere quella di “The Binding of Isaac”. Si tratta di un videogioco dove il protagonista, Isaac, per sfuggire a una madre fondamentalista religiosa, ossessiva al punto di volerlo sacrificare alle voci nella sua testa pur di non lasciare che diventi impuro, affronterà una serie di sfide in un mondo che unisce l’horror gore e lo stile chibi.

Altra forma ombra di questo archetipo è quando diviene un “Martire“,  cioè quando una persona che non ha adeguatamente sviluppato il guerriero e non sa dir no per la paura del rifiuto o perché pensa di avere degli obblighi nel momento in cui riceve qualcosa, finisce per vivere intrisa di un costante senso di colpa derivante dal fatto che non vede i suoi bisogni come qualcosa di importante per il proprio sviluppo ma come un vile atto di egoismo.

Conclusioni sull’Angelo Custode

Insomma, Angeli o Demoni, alla fine la risposta sta solo nel capire se gli altri sono il motivo per cui compiamo certe azioni o, se in fondo, non è altro che un mezzo per non affrontare noi stessi per davvero.

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